Il 28 maggio si celebrerà la Giornata mondiale del gioco. Questo evento, promosso dall’associazione internazionale delle ludoteche, ancora non è stato ufficializzato dalle Nazioni Unite, ma, come sperano gli organizzatori, entro l’anno sarà finalmente ratificato.
L’importanza del gioco, che sempre maggiormente tende ad essere uno dei meno difesi diritti dell’infanzia, è basilare. Fa parte del processo di crescita, perché svolge una funzione strutturante dell’intera personalità. Fin dalla culla infatti il bambino comincia a “giocare”, cosa che gli permette di distinguere il sé dal non sé. È il primo gradino di uno sviluppo che lentamente lo porterà alla soglia dell’età adulta.
Dapprima i giochi non strutturati, poi piano piano tutti quegli altri che implicano regole da seguire, che permettono al bambino di fare la conoscenza di un mondo altro da sè stesso, mosso da criteri ben precisi, che incomincia a percepire attraverso l’attività ludica.
Piaget affermava che il gioco è lo strumento primario per lo studio del processo cognitivo del bambino essendo esso la più spontanea attitudine del pensiero infantile. Oltre alla cognizione, il gioco stimola la socialità e la capacità di agire insieme ad altri soggetti. Se “…l’uomo è pienamente tale solo quando gioca”, come dice Schiller, allora il diritto dei bambini al gioco è sacrosanto!
Ma cosa accade in una società così strutturata come quella attuale? Capita che i bambini si lamentino della mancanza di tempo per giocare, per dare sfogo al loro io più profondo attraverso l’azione ludica. Sembra un paradosso eppure scuola, compiti, “attività” pomeridiane (piscina, tennis, danza, piano e chi più ne ha ne metta)… non lasciano loro il tempo per dedicarsi al gioco! Preoccupati come siamo, noi genitori riempiamo le “agende” dei nostri figli affinché non rimanga loro neanche un attimo di tempo libero non codificato, non regolamentato, non osservato dagli adulti durante il quale donarsi completamente al gioco.
Ecco spero che questa giornata, per quanto solo simbolica possa riportare tutti, noi adulti e i bambini, a riaffermare l’importanza del gioco.