Oggi la cartolina è indirizzata a Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, che si è fatto promotore di un progetto volto a ridefinire i termini di riferimento del sistema museale italiani: un tentivo di cambiare e migliorare la gestione e i sistemi di valorizzazione del nostro patrimonio artistico.In particolare egli ha individuato:-18 grandi musei d’interesse nazionale-2 siti archeologici d’interesse nazionaleQueste 20 istituzioni avranno piena autonomia sul piano scientifico, tecnico e finanziario. I direttori saranno scelti in base ai loro curricula e dovranno avere oltre alle competenze scientifiche anche capacità di gestione manageriale. Le candidature sono già aperte e chiuderanno il 15 febbraio. Potranno anche essere ammessi candidati internazionali. I nuovi direttori saranno nominati per quattro anni e cominceranno a lavorare dal 1 giugno.E tutto il patrimonio sconfinato e restante?-17 poli regionali lo riuniranno tutto.Le 20 istituzioni maggiori (come Uffizi a Firenze, Galleria dell’Accademia a Venezia, colosseo a Roma, Museo Capodimonte a Napoli) saranno autonome anche dalle soprintendenze.Si rompono i legami tra grandi musei e Soprintendenze e dopo tanti anni si dà piena autonomia di gestione ai centri più visitati e conosciuti.Un vento nuovo dunque ma con aspetti futuri che possono anche farci allarmare.Caro Franceschini cosa temo di più? L’esempio dei treni ad alta velocità: quelli veloci vanno benissimo e ci permettono lussi inimaginabili ma quelli locali e regionali sono ridossi all’osso e abbandonati. Quando si pone il problema la colpa sembra ricada non sulle Ferrovie dello Stato ( che si sono prese il meglio) ma sulle regioni che non investono abbastanza. Sarà così anche per i 17 poli regionali che andranno a riunire tutti i musei? . Verranno poi abbandonati a se stessi?Di nuovo due marce distinte: Grandi musei d’interesse nazionale con grandi risorse economiche, piccoli musei ( si fa per dire) con poche risorse e lasciati alla deriva?

