Chi è fortunato lo ha conosciuto di persona e lo ha sentito parlare: Don Luigi Ciotti. Fondatore, nel 1965, a Torino, del Gruppo Abele, nato per lavorare con i giovani o con gli adulti che hanno problemi di droga, prostituzione o AIDS.
Quando Ciotti parla è diretto, semplice, senza retorica. Le sue parole arrivano dritto al cuore toccando temi complessi come la legalità, la solidarietà e le diseguaglianze. La sua testimonianza è concreta e fondata su una fede costruita sui fatti.
Tra le mille cose fatte per l’Italia, nel 1995 ha fondato Libera (www.libera.it), un’associazione che si è presa il compito coinvolgere la società civile nella lotta alle mafie. Libera è conosciuta perché, tra le tante altre cose che fa, riqualifica i terreni confiscati alla mafia attraverso il lavoro dei giovani, uniti in cooperative. Si può lavorare sulle terre affidate a Libera anche come volontari, ricevendo così un’occasione di impegno civile più unica che rara.
Se non lo conoscete, potete avvicinarvi a lui leggendo il suo libro – edito dalla Giunti assieme alle edizioni del gruppo Abele – dal titolo La speranza non è in vendita. Il suo rigore, unito alla scelta netta e senza timore di stare sempre dalla parte della giustizia, ci indicano quella che oggi è l’unica strada di speranza per il nostro paese. Come recitava il motto di Giorgio La Pira (un politico italiano di non moltissimi anni fa), ripreso dalla lettera ai Romani di Paolo di Tarso, spes contra spem: la speranza anche quando apparentemente non c’è speranza.
Questo è Don Ciotti, un uomo che ci fa vedere un futuro diverso.