Uno scatto dietro la tenda: Derriére le rideau,Musée de l’Elysée,Losanna

A chi non è capitato di farsi una foto tessera in una di quelle macchinette che si trovano nelle stazioni, o vicino ai centri commerciali e non ha provato un po’ di emozione chiudendo la tendina, aggiustandosi per l’ultima volta i capelli e mettendosi in posa? Pochi minuti, quattro scatti e la foto è pronta.

Ricordo addirittura un’amica che si fermava per farsi  una foto tessera-ricordo con il figlio, in qualsiasi posto visitasse.

Indimenticabile poi il film Il mondo di Amelie dove si scopre che il ragazzo innamorato della protagonista è un collezionista di foto tessera abbandonate nei pressi delle macchinette. Quel film ha influenzato più di un collezionista e se non mi credete andate a visitare l’interessante mostra che si è aperta da pochi giorni a Losanna al Museo dell’Elysée dal titolo Derriere le rideau, l’Estetique Photomaton des surréalistes a Cindy Sherman en passant par Andy Warhol (17 febbraio-20 maggio). Una mostra che racconta della fortuna delle foto tessera, nata con l’installazione delle prime macchinette  alla fine del 1920. In mostra le foto sono state usate come strumento artistico e come oggetto da collezione. Vi si trovano le foto tessera da cui Andy Wharhol  ha realizzato i suoi quadri, oppure le tracce dell’interesse suscitato da questa tecnica fotografica nei surrealisti.  In mostra troverete anche opere di artisti più recenti come la piccola raccolta a mazzetti dove sono ritagliati i volti di Anne Deleporte. C’è anche la storia dell’ installazione Esposizione in tempo reale dell’artista italiano Franco Vaccari. L’opera, presentata alla Biennale di Venezia del 1972, consisteva in una di quelle quelle macchinette per foto tessera collocate nella stanza. Gli spettatori erano invitati a farsi la foto e a lasciarla sulle pareti della stanza, come prova della performance così realizzata. In mostra a Losanna ci sono alcune di quelle foto fatte durante la Biennale e la suggestione di quei volti è potente e ti riporta indietro all’atmosfera di quegli anni.

Gillian Wearing, Self Portrait at 17 Years Old, 2003

Una foto tessera nasce per un’utilità: è lo strumento che indica la nostra identità e ci serve per qualunque attestato di riconoscimento. E di questo aspetto la mostra non si dimentica e ci lancia tre domande a cui riflettere: Chi sono io? Ovvero la macchina mi dà un’opportunità per mostrarmi; Chi sei tu? La fototessera mi permette di identificare l’altro e guardarlo;  Chi siamo noi? Ci permette di pensarci come gruppo, più ritratti e dunque rappresenta un’identità sociale.

Nella mostra infine non manca il riferimento al cinema e se avete tempo potete vedere varie scene tratte  da film famosi, con la nostra macchinetta in primo piano.

 

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Autore: italianintransito

Storica per amore dei fatti, accanita lettrice per passione, scrittrice a tempo perso. Il blog è una finestra sul mondo, un modo per far sentire la propria voce da un luogo non lontano geograficamente, ma distante anni luce dal mio passato. Condivido ciò che scopro e ciò che so cercando di non perdere mai l'entusiasmo per quello che vedo.

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