Un recente «incidente» occorso ad una lettrice di e-books mi ha fatto riflettere parecchio.
Una cliente norvegese di Amazon, per motivi ancora poco chiari, infatti, si è vista chiudere l’account per l’acquisto di libri e impedire l’accesso alla sua biblioteca virtuale.
Senza sindacare né sulle cause di questa azione da parte del colosso Amazon, ne sulle «mancanze» o presunte tali della sua cliente, c’é però da affrontare lo spinoso caso dei libri elettronici, così facili da acquistare e godere (quando tutto va bene) ma così « virtuali » che la lettura dei quali può essere addirittura revocata in un qualsiasi momento, come in questo caso, da «remote».
Pur essendo io proprietaria di un supporto elettronico e utilizzandolo frequentissimamente per la sua oggettiva praticità e comodità (soprattutto per noi che viviamo all’estero reperire rapidamente e in gran numero libri in italiano è un conforto!) il «libro», intendo quello che oggi si chiama supporto cartaceo (che orrore !) è ancora, e sempre sarà, inarrivabile.
Il libro, questo bellissimo e impareggiabile oggetto, così materiale che si può piegare, sottolineare, collazionare, fare prorpio facendogli le orecchie come segna pagina, scagliare lontano indignati o tenere sotto il cuscino, leggere dove non c’è elettricità perché non gli si scaricano le pile, insomma il nostro compagno di notti insonni e pranzi solitari é veramente destinato ad essere sostituito da un tablet?
La risposta naturalmente rimane aperta. Da una parte si può affermare che il libro elettronico potrebbe permettere una maggiore diffusione del sapere e dell’educazione, e un’espressione più libera degli autori. Si pensi ai mercati in espansione che attraverso l’ e-book beneficerebbero di un deciso abbattimento dei costi di produzione.
Ma a favore del supporto cartaceo gioca la paura che l’immediata disponibilità possa influire sulla proprietà intellettuale, la convinzione che, come spesso accade per le edizioni on line dei giornali, il libro elettronico possa essere meno «nobile» del fratello in carta…
Siamo dunque in pieno dibattito, dunque e-book si, e-book no?
Intanto ha fatto scalpore a notizia che Newsweek a partire dal gennaio 2013 non verrà più stampato, ne esisterà solo una versione on line alla quale si potrà accedere con un abbonamento.
Forse sarò all’antica, ma il profumo di un libro nuovo ancora mi provoca un fremito, che ne pensate?
Confesso di leggere su e-book solo le porcate che non ho nemmeno il coraggio di andarmi a comprare personalmente in libreria… Così, se per qualsiasi motivo le perdo, ciò risulta essere la semplice meritatissima nemesi della cultura, così faticosamente e precariamente guadagnata, di fronte a tanto ardire… Equilibrio ristabilito, senso di colpa fugato.
Anche io ho le 50 sfumature su tablet! Però ti confesso che non ostante lo consideri una vera cavolata il mio senso di possesso, se lo perdessi, sarebbe ugualmente ferito! Con i libri siamo tutti un po’ come Gollum del Signore degli anelli: “… questo è il mio tesssoro!”
Mi rifiuto di comprare un e-book. Mi carichero’ 20 kg di libri e paghero’ l’overweight quando viaggio in aereo ma non é concepibile sostituire un libro con uno schermo. A parte il fatto che il libro, anche il paperback, ha una sua estetica che fa parte del suo fascino, il libro elettronico e il suo lettore sono piu’ facilmente manipolabili come mostra l’esempio che avete fatto. Abbasso il kindle, il nook, l’ipad ecc.