Sfogliando i giornali di queste ultime settimane (e non solo), salta all’occhio un dato agghiacciante, nel nostro Bel Paese, culla di antiche civiltà e depositario di cultura millenaria le donne muoiono ancora per mano di un fidanzato geloso, di un padre padrone, di uomini nei quali avevano riposto fiducia e dai quali sono state orribilmente tradite.
Madri, figlie, amanti, fidanzate, adolescenti, adulte, anziane non c’è un sistema nella follia omicida che le coinvolge, tranne forse l’assurda convinzione di uomini che le considerano «roba loro», un trofeo da esporre, un complemento del quale una volta stanchi ci si può sbarazzare. Oppure il contrario donne che diventano ossessioni, senza le quali non si vive ed allora meglio eliminarle piuttosto che correre il rischio che qualcun altro possa averle…
E le donne che fanno una «brutta fine» sono solo la punta dell’iceberg. Quante subiscono violenza fra le mura domestiche e la sopportano per mantenere un fragile equilibrio familiare, quante sono vittima di una violenza ancora più subdola che è quella psicologica con la quale vengono torturate, palgiate, usate e infine spente in nome di amori malati o di interessi senza scrupoli.
Siamo troppo spesso il bersaglio più facile e arrendevole, quello più a portata di mano, quello che tace e sopporta…
Non voglio fare generalizzazioni, che si sa, lasciano sempre il tempo che trovano, ma non vi sembra che il problema invece di risolversi come dovrebbe accadere in una società civile si sia acuito negli ultimi anni?
Non capisco nulla di psicologia, non so cosa agita le menti disturbate che arrivano a compiere tali atti definitivi, ma so che prima di arrivare ad essi in serbo per le donne c’è una lunga lista di violenze che diventano usuali, comuni, alle quali non ci si ribella per amore di tranquillità alimentando così il delirio di onnipotenza di alcuni individui.
La cosa triste è che non ho una ricetta, una formula, un consiglio per porre rimedio a tutto ciò.
Come mamma di figli maschi ho cercato di allevarli nel rispetto, ma come mamma di una bambina le mie paure sono tante.
Le posso augurare di avere fortuna, di rimanere sempre lucida, di avere, se necessario, il coraggio di denunciare, ma come potrò difenderla dall’ «orco cattivo» mascherato da «principe azzurro»?
Grazie per aver affrontato così in breve tempo l’argmento.
Purtroppo vorrei aggiungere che non si tratta solo di menti disturbate che compiono gesti terribili contro le donne (per non parlare delle bambine, sappiamo tutti cosas accade nei paradisi tropicali o nelle foreste amazzoniche o anche tra alcune popolazioni più vicine) sarebbero troppi i malati! Sono anche le menti sane che producono violenza inaudita, anche quelle civili, colte e ricchie.
Quello che vorrei iniziasse a finire è l’assenza o la scarsità di solidarietà femminile: mi risulta che gli uomini sappiano fare gruppo e complicità, per un interesse in comune, con uomini che detestano e che non apprezzano.
Noi donne siamo capaci di non darci solidarietà, non solo tra amiche e conoscenti, ma più spesso di quanto si pensi, nemmeno tra mamma e figlia.
Le donne che hanno fratelli maschi provino a fare mente locale, stasera quando si coricano o quando hanno un attimo per sè, alle volte in cui il desiderio del fratello è passato avanti ad uno della sorella; alle volte che è stato dispensato un maschio da un compito da cui la femmina non veniva dispensata; alle volte che si è sentita accondiscendenza verso qualcuno che, nemmeno appartenente alla famiglia (fidanzato, amico, conoscente), ha riscosso da parte delle donne della nostra famiglia, più plauso e consenso, per il solo fatto di essere uomo…