In questi giorni le notizie incalzano. Entrano nella mia casa come uragani; prima ci incuriosiscono poi ci lasciano amareggiati e disorientati: un stupido film dissacratorio su Maometto, causa rabbia e costernazione in tutto il mondo; in Italia il malcostume e gli scandali non si riescono più a contare e, come se non bastasse, la consigliera regionale della Lombardia, Nicole Minetti, ci sfida e ci provoca sfilando in passerella come una vincitrice raggiante.
La provocazione, e lo sanno bene gli artisti, che la usano, può essere un mezzo per trasmettere il messaggio del proprio lavoro, ma io comincio ad essere stanca del suo uso smodato e irresponsabile.
Si hanno esempi delle due forme di provocazione anche nella vita quotidiana. A scuola l’insegnante provoca per incuriosire chi l’ascolta e favorire l’apprendimento. Peccato che poi siamo circondati da provocazioni usate solo a fini commerciale o, peggio, per affermarsi sugli altri in maniera prepotente. Ecco, queste ultime mi irritano, perché lasciano nella testa solo spazzatura: tutta questa comunicazione sciocca serve solo ad azzera le energie . BASTA, INDIGNAMOCI e rifiutiamo tutto ciò che ci offende ed è prepotente.
Non cerco la censura, che è una forma di inciviltà, ma credo che la libertà di espressione si debba confrontare col rispetto degli altri. Confesso che questo flusso di notizie, questo poter andare tutti in onda a dire qualsiasi cosa e sconvolgere il mondo mi mette in subbuglio.
