Contaminazioni

Contaminazione. Un’altra bella parola che inevitabilmente irrompe nella vita di ogni persona “in transito”.

Contaminazione da contaminare, non col valore negativo sinonimo di contagiare, inquinare o sporcare, ma con il significato di incrocio, nel nostro caso, di vite e culture.

Gli esempi più calzanti sono in letteratura dove contaminazione  è la “fusione di elementi di diversa provenienza nella creazione di opere letterarie”; e in linguistica dove il termine designa un “incrocio di due forme o due costrutti, l’unione dei quali costituisce una nuova forma o un nuovo costrutto” .

Per noi che viviamo all’estero il termine contaminazione non si applica solo a meri esercizi linguistici o retorici, ma diventa pratica di quotidiano equilibrismo. Noi, che nella vita di tutti i giorni, dobbiamo interagire non solo attraverso lingue differenti, ma anche con differenti stili di vita e diversi modi di pensare, siamo diventati, spesso nostro malgrado, “maestri” della contaminazione. Usi, costumi, mentalità, specchio di altre tradizioni, entrano prepotentemente nelle nostre case e la necessità palese è quella di adeguarsi alle nuove situazioni, aprendo la mente e accogliendo per quanto siamo capaci le diversità, incrociando appunto la nostra vita a quella di altri che mai avremmo pensato o previsto di incontrare.

Per chi è rimasto in Italia, le cose non sono poi così diverse, si può affermare forse che è differente il modo di “contaminarsi”. Chi è a casa non è più attore della contaminazione, quanto piuttosto fruitore (se al termine diamo accezione positiva) o come dicono alcuni (i meno illuminati) la subisce.

Tutti però, sia chi è andato e sia chi è rimasto, arriviamo al punto dolente.

Oltre a fare il brunch la domenica invece del classico pranzone di italica memoria, oltre a mangiare volentieri il currywurst al posto della salsiccia della Festa dell’Unità,  saremo in grado di andare più a fondo e di trasformarci veramente  in cittadini del villaggio globale, pronti ad accettare le sfide vere che la contaminazione ci lancia (scontri di pensiero, di sensibilità, di visioni del mondo)? E chi è rimasto a casa e vive ormai in una società multirazziale saprà offrire, facendo leva sulla nostra tradizione di accoglienza millenaria, la possibilità di realizzare osmosi azzardate, in cui vecchio e nuovo si incrociano e creano un melange originale?

Queste sono le sfide alle quali ci dobbiamo preparare, tutti.