C’è un uomo in Italia, a Lamezia Terme, che dà molta noia alla ‘ndrangheta. Per questo è da tempo che lo intimidiscono, sperando forse che possa cedere e lasciare la città per tornarsene a Brescia, da dove è arrivato nel 1976. Certo, perché Don Giacomo Panizza è un immigrato al contrario: è andato dal Nord al Sud e ha dedicato la vita a stimolare le coscienze, in Calabria, con ininziative contro la mafia.
Attualmente ha preso in gestione un immobile confiscato alla ‘ndrangheta, o meglio alla famiglia Torcasio, nel quartiere Capizzaglie, in cui conduce le attività della comunità “progetto Sud”. In quell’immobile la comunità dà assistenza a disabili, minori ed immigrati.
Nei giorni di Pasqua ho potuto parlare, per caso, con una ragazza che lo ha conosciuto direttamente e che ha visitato la sua comunità. Lei mi ha spiegato che questo palazzo si trova vicino ad altri tre palazzi, ancora in mano alla famiglia Torcasio. Quando è stata là è rimasta sconvolta dagli attacchi quotidiani che Panizza subisce nel quartiere. Il suo nome, pochi giorni fa, è tornato alla ribalta sui nostri giornali perchè gli hanno sparato dei colpi di pistola, prendendo di mira la porte del palazzo.
Quel palazzo, che nessuno aveva avuto il coraggio di prendere in gestione, come ha spiegato bene il corriere della sera (11 aprile, cronache p.26), nemmeno i vigili urbani, né molti enti publici (nonostante la precarietà della loro attuale collocazione), è situtato in un quartiere troppo pericoloso. La mia amica mi raccontava della forza e della serenità di quest’uomo, che ha dedicato la sua esistenza a non piegarsi alle prepotenze, che predica da sempre contro l’omertà e che, con la sua vita, dimostra che ci si puo immaginare un modo diverso di vivere il Sud.
C’è un uomo in Italia che dà molta noia alla ‘ndrangheta e noi non vogliamo dimenticarlo.
