Sacré Bleu

Eduard Manet,
Eduard Manet,

Vi ricordate Midnight in Paris di Woody Allen? Il film ci ha fatto divertire e soprattutto un po’ sognare immaginandoci come avremmo vissuto nella Parigi di primo secolo a fianco di grandi intellettuali e maestri del tempo. Se questo genere di viaggi vi piace vi consiglio di leggere un libro: Sacrè Bleu scritto dall’americano Christopher Moore edito da Elliot. È un giallo, una storia misteriosa che vi farà rivivere l’atmosfera parigina di fine XIX secolo a contatto con i pittori dell’impressionismo. Diventerete compagni di Henri Toulouse-Lautrec e cercherete il mistero che si avvolge attorno alla morte di Vincent van Gogh. Più di ogni altra cosa respirerete l’uso del colore “ il bianco, il rosa delle ninfee – di Monet ad esempio – il grigio verde dei salici riflessi sulla superficie dell’acqua, il marrone scuro opaco e l’azzurro ardesia del cielo nell’acqua”. Tra i colori nel libro il blu sarà il colore più ricorrente e pericoloso.  Vi immaginerete a camminare per le vie di Montmatre oppure a  visitare con Camille Pissaro il Salon des Refusès dove, con gli occhi di chi lo vede la prima volta, vi troverete davanti al sorprendente quadro di Manet Le Déjeuner sur l’herbe.imgres

Un  libro valido per i compagni di viaggio che vi accompagneranno e per le molte descrizioni dei quadri e dell’atmosfera un po’ meno per la trama arzigogolata del mistero che però si perdona all’autore, per la cornice in cui è stata inserita.

Saison Courbet

gustave Courbet,
Gustave Courbet, Natura morta, 1862

Grazie alla collaborazione fra la Fondation Beyeler di Basilea e il Musée d’art et d’histoire di Ginevra, è stata inaugurata la Saison Courbet, un’esposizione, che si protrarrà per tutto l’autunno sino agli inizi del 2015, sui capolavori del maestro negli anni del suo esilio volontario sul lago Lemano.

Courbet fu artista molto discusso in quanto per primo ruppe gli schemi romantici in cui era incatenata la pittura del suo tempo per dedicarsi al crudo realismo che aprì le porte alle successive esperienze pittoriche degli impressionisti. Courbet suscitò scandalo, come egli stesso affermava “Ho studiato l’arte degli antichi e quella dei moderni. Non ho voluto né imitare gli uni, né copiare gli altri. Ho voluto essere capace di rappresentare i costumi, le idee, l’aspetto della mia epoca secondo il mio modo di vedere; fare dell’arte viva, questo è il mio scopo”. Se Baudelaire gli fornì le basi per il rifiuto dell’arte romantica, il filosofo anarchico Proudhon gli diede quelle politiche, che egli elaborò per infrangere le convenzioni accademiche. Ed ecco l’origine delle tele di grande dimensione fino ad allora destinate alla storia, alla mitologia o alla religione, che con lui invece si riempiono di personaggi di un mondo familiare e domestico (fra tutti basti ricordare il famoso Funerale ad Ornans).

Si sentiranno in debito con Courbet autori quali Cezanne, che affermó che il grande contributo dell’artista alla storia della pittura europea “è l’ingresso lirico della natura, dell’odore delle foglie bagnate, delle pareti della foresta coperte di muschio” e la sua capacità magistrale di dipingere la neve e le ombre azzurrine su di essa. Manet con la sua conturbante odalisca Olympia si pone nella scia del maestro. Si pensa addirittura che Monet lo abbia dipinto nella sua Colazione sull’erba (il personaggio corpulento in secondo piano).

Lo sforzo delle due istituzioni ha portato all’esposizione Svizzera, direttamente dal Museo d’Orsay di  Parigi, dal quale esce per la prima volta, anche l’opera forse più  famosa e controversa di Courbet: L’origine del mondo, in cui la descrizione realistica dell’organo genitale femminile non è attenuata da nessun artificio storico o letterario. Anatomicamente perfetta tuttavia sfugge allo status di immagine pornografica.

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Pronti a giocare?

GiocondaCosa c’è di più poetico, affascinante e misterioso del volto di una donna dipinto da un artista?

Guardate questo video realizzato con la tecnica digitale del “morphing” e cercate di riconoscere non solo i dipinti ma gli artisti coinvolti.

Naturalmente vince chi ne riconosce di più, in palio, però c’è solo la soddisfazione di aver  riconosciuto lo stile dell’artista e il nome dell’opera…

Buona fortuna!

L’uomo che inventò la modernità

Edouard Manet, La ferrovia, particolare,
Edouard Manet, La ferrovia, particolare,1873

Ci sono delle mostre che si attendono come un avvenimento, sono l’appuntamento di cui si parlerà per molto tempo e a cui tutti vorranno partecipare. In questo momento l’attenzione è rivolta alla mostra che si aprirà a Londra il prossimo 26 gennaio, presso la Royal Academy, dedicata appunto all’opera di Manet, come ritattista.

La mostra, infatti, è la prima dedicata esclusivamente ai ritratti  realizzati da  Manet, nel corso di tutta la sua carriera. Le opere in mostra sono una cinquantina e coprono l’intero percorso di stile del grande artista, cominciando prima dell’avvio ufficiale dell’Impressionismo (1886) e proseguendo negli anni successivi.

Edouard Manet, ritratto Emile Zola,
Edouard Manet, ritratto Emile Zola,

I ritratti di Manet rappresentano la società parigina del tempo. Lui non fece i ritratti per guadagnare e questo lo portò ad essere più libero: le figure da lui preferite furono gli amici letterati (ricordiamo il ritratto di Emil Zola), gli altri artisti e la sua famiglia ( frequenti furono i ritratti al fratello Gustave o al figlio Leon). In mostra è visibile il ritratto di sua cognata, la pittrice Berthe Morisot, del 1872.  L’opera ritrae la donna dipinta per tre quarti di profilo, con un vestito nero e un piccolo cappellino. Le tinte scure del vestito, in contrasto con il bianco e il rosa del carnato, si fondono negli occhi scuri della donna, che ci guardano.

Edouard Manet, Berthe Morisot, 1872
Edouard Manet, Berthe Morisot, 1872

In mostra ci sono anche lavori che provengono da lontano, come La ferrovia (1873), in prestito dalla National Gallery of Art di Whashington. L’opera, del 1873 , fu presentata  alla prima mostra ufficiale dell’impressionismo. Manet vi ha rappresentato una giovane donna con una bambina (madre e figlia?). Le due figure vestite in modo elegante sono legate dai toni del blu; la donna è seduta frontale mentre la bambina è di spalle attaccata alla cancellata: ancora una scena che bene coglie  l’atmosfera  della Parigi moderna.

Gli anni che vanno dal 1863 al 1874 sono quelli in cui Manet si vedeva regolarmente con Renoir, Monet, Degas, al Café Guerbois considerato il luogo dove è nato l’impressionismo.

La produzione pittorica di Monet non è molto grande: l’artista non dipinse molto e molte opere sono rimaste incompiute. Morì prematuramente a 51 anni (è vissuto dal 1832 al 1883). Tutto il suo lavoro rimane molto importante per comprendere le origini dell’arte moderna. La definizione “l’uomo che inventò la modernità” gli fu data dalla BBC in un documentario dei primi anni Duemila.