Forse c’è speranza

Ho conosciuto Ilaria Capua su radio tre qualche giorno fa mentre presentava il suo libro I virus non aspettano ed.Marsilio. Nel sottotitolo si legge, Avventure disavventure e riflessioni di una ricercatrice globetrotter.

Ho scoperto che è una virologa veterinaria italiana e nel 2006 dopo aver individuato la sequenza genetica del virus dell’aviaria si è rifiutata di costudire le sue ricerche in un database riservato ma lo ha reso pubblico  e accessibile a quanti volevano studiarlo.  La sue decisione coraggiosa e controcorrente ha contribuito a cambiare la mentalità scientifica e a sottolineare l’importanza di condividere i dati ottenuti.

Attualmente è direttrice del Dipartimento di ricerca all’Istituto zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Legnano.

Capua crede che la scienza veterinaria deve essere più vicina e interdisciplinare con la scienza umana.

Nel 2011 ha ottenuto il Penn Vet Leadership Award ed è entrata nella classifica dei 50 scienziati più importanti di “Scientific American”.

In sintesi è’ una donna che si è imposta all’attenzione mondiale, è una mamma, lavora in Italia in una struttura pubblica senza sprechi e con grande vantaggio di tutti.