2013 Anno della Cultura Italiana in USA

logoIl 2013 é stato proclamato Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, ed è stato promosso dal Ministero degli Esteri Italiano in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e di quello dell’Istruzione, Università e Ricerca, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dalla Presidenza del Consiglio sostenuti da un notevole stuolo di compagnie private.

L’intento è quello di «proporre l’Italia del presente con le sue eccellenze, il suo valore ancorato all’oggi e alimentato dal suo ineguagliabile passato, e presentare l’Italia dell’innovazione che va avanti, fa progetti e guarda al futuro… La cultura e l’identità italiane saranno promosse, presentate e declinate in tutte le aree che caratterizzano, ieri come oggi, la tradizione italiana: arte, musica, teatro, patrimonio architettonico e paesaggistico, cinema, letteratura, scienza, design, moda, cultura alimentare».

Si tratterà di un enorme contenitore di eventi tutti italiani con un occhio particolare alle nuove generazioni che avranno visibilità grazie alla promozione di giovani talenti.

Il calendario degli eventi è nutritissimo: spettacoli teatrali, proiezioni, mostre, conferenze si susseguiranno in questo viaggio lungo un anno alla scoperta dell’Italia. In tutti gli States ci si farà in quattro per festeggiare la cultura italiana. Ad esempio a Washington si è pensata una curiosa iniziativa per celebrare l’evento. Infatti sui 200 autobus cittadini, oltre agli annunci pubblicitari, appariranno anche versi dei maggiori poeti italiani tradotti in inglese, che terranno compagnia a pendolari e turisti per tre mesi.

Gli Americani avranno così l’occasione di conoscere Leopardi, Pasolini, Ungaretti, Quasimodo, Pavese, Luzi, Foscolo, Penna, Lorenzo de’ Medici e Montale.

È chiaro che l’iniziativa è stata concepita e serve come grande vetrina di quello che è definito il «Brand Italia», solo in questa ottica infatti si capisce come fra i partners di questa grande celebrazione della cultura italiana trovi posto anche il marchio Beretta (che non è quello dei produttori di salumi…), cosa che sinceramente ci ha un po’ stupito, ma che pare non abbia messo in imbarazzo gli organizzatori.

Nonstante ciò la festa della cultura italiana può essere un buon momento per sollevare l’immagine dell’Italia all’estero.

Chissà se, come durante il rinascimento, torneremo mai ad essere «esportatori di cultura» e di quei valori tradizionali che ci rendono unici !