Un morso tira l’altro!

piadinaStiamo per essere letteralmente ricoperti dalla neve… Fuori è grigio e triste, il freddo ci morde senza pietà… questo è il tempo perfetto per cucinare e per mangiare senza troppi sensi di colpa, magari accoccolati sul divano davanti al caminetto in compagnia di un bel giallo, ascoltando musica. Con questo programma persino l’inverno diventa tollerabile!

La soluzione per cucinare qualcosa che non sbrodoli ce l’ho… no non è la pizza (ho detto che non deve sbrodolare!), sto pensando ad una signora della cucina regionale: la piadina!

Una signora molto antica se è vero che, come la pizza, a suo modo la piadina è figlia della “mensa” romana, già citata da Virgilio nell’Eneide, con la quale si designava un disco di pane piatto che si metteva in tavola all’inizio del pasto e sul quale venivano servite le carni e le altre pietanze. Questa focaccia schiacciata, di solito azzima, fu consumata per tutto il Medioevo e il Rinascimento dalle classi più povere della popolazione italiana.

Ma il secolo d’oro della Piadina è il XX secolo, per l’esattezza gli anni 50’ che vedono insieme al boom economico anche il diffondersi dei bagni di mare sulla costiera Romagnola. Qui, casa della piadina, essa ora come allora viene ancora confezionata nei chioschetti sui bordi delle maggiori strade, cotta sul momento e riempita con i fantastici salumi della tradizione, ma anche con formaggio e verdure.

Il nonno Elviro, romagnolo doc (il cui nome rendeva omaggio alla tradizione della sua terra di attribuire ai bambini nomi inusuali quali Menotti, Oberdan, Valmore o Iorio), sosteneva che ogni azdora, cioè colei che accudiva la casa e preparava i cibi nell’antica famiglia contadina, aveva una ricetta segreta per impastare la piadina ed è per questa ragione che diamo qui la ricetta in linea generale, ma essa dovrà cambiare a seconda di parecchie variabili che vanno dallo spessore della farina, al calore delle mani di chi impasta, alla durezza dell’acqua, all’utilizzo dello strutto o dell’olio…

Per cuocere la Piada sarebbe necessario il Testo una sorta di pentola in coccio che diventava incandescente e rendeva la pasta dorata. Credo di aver visto questo magico arnese solo una volta in vita mia… dunque ingegnatevi e lasciate spazio alla fantasia per cuocere la piadina (pentolino da crèpes, fornello elettrico o quant’altro). L’importante sarà bucherellare con la forchetta le bolle che si formeranno sulla superficie dorata in modo che la pasta risulti tutta uniformemente cotta.

1 chilo di farina (preferite il tipo “0” al fior di farina “00”)

100 gr. di strutto (può essere sostituito dall’olio di oliva, ma il purista inorridirebbe)

un pizzico di sale

acqua o latte quanto basta (con il latte diventa più morbida)

Per rendere la piadina più morbida si può aggiungere un po? Di lievito (25 g per chilo o un paio di cucchiaini di bicarbonato)piadina 2

Dopo aver messo tutti gli ingredienti insieme incominciate a impastare finché non avrete un risultato bello elastico. Dividete la pasta in pagnottelle e lasciate riposare il tutto coperto con un panno per almeno mezz’ora.

Stendete le pagnottelle con lo spessore che preferite e cuocete rapidamente.

Ricordate che la classica piadina è quella che si accompagna al prosciutto crudo, ma le varianti sono infinite… sbizzarritevi!