… ci piace

ci piace tanto, ma veramente, tanto l’articolo del filosofo Guido Ceronetti sul Corriere on line di domenica 10 giugno: un grido di angoscia contro il telefono cellulare. Dopo anni di resistenza infatti anche Ceronetti si è fatto affascinare dal diabolico strumento che ti tiene sempre connesso e reperibile, al punto da suscitare vere e proprie crisi di astinenza in chi per un malcapitato evento se ne deve separare… l’esasperazione lo porta ad affermare “Il cellulare è una pulce che ha uno stomaco da elefante. Lo smartphone è un baratro senza fondo in cui l’Utente (l’essere, l’anima umana), una volta catturato, precipita senza fine”. Vorremmo aggiungere che anche altre nuove tecnologie suscitano in noi tale sgomento….

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Autore: italianintransito

Storica per amore dei fatti, accanita lettrice per passione, scrittrice a tempo perso. Il blog è una finestra sul mondo, un modo per far sentire la propria voce da un luogo non lontano geograficamente, ma distante anni luce dal mio passato. Condivido ciò che scopro e ciò che so cercando di non perdere mai l'entusiasmo per quello che vedo.

3 pensieri riguardo “… ci piace”

  1. Carissime, stuzzicata dal vostro apprezzamento dell’articolo di Ceronetti, sono andata sul sito del Corriere a leggermelo e ne sono rimasta delusa.
    Le nuove tecnologie rendono l’uomo schiavo come una detenuta in crisi di astinenza, ecc..ecc..
    No, l’uomo semplicemente e giustamente apprezza le comodita’ ed i piaceri che la tecnologia li offre e quando le ha provate ed apprezzate non ci rinuncia.
    Avendo avuto un padre che per eta’ ha vissuto la sua infanzia senza avere la luce ( al tempo nuova tecnologia che ha spalancato le porte a tutto) e quindi senza acqua in casa, senza riscaldamento, senza frigorifero, senza televisione, senza telefono, senza la macchina., morendo per le malattie piu’ banali.., che mi raccontava cosa voleva dire vivere senza tutte queste cose,no n posso che essere a favore dello sviluppo tecnologico.
    Se l’articolo di Ceronetti voleva essere una denuncia contro il consumismo, allora trovo il suo articolo mal riuscito.

  2. Hai perfettamente ragione e credo che si tratti, come in tutte le cose, di mantenere la misura, la quale ti permette di apprezzare i piaceri e le comodità che la tecnologia ti offre. Credo che Ceronetti, come tutte le persone di una certa età (e come probabilmente coloro che videro per primi il “miracolo” dell’elettricità), faccia resistenza all’introduzione di nuove tecnologie potenzialmente capaci di sconvolgere il corso della “sua” vita. Credo, inoltre, che si sia concentrato più sull’aspetto deleterio del mezzo, l’abuso del quale diventa devastante, piuttosto che sulla sua bontà. L’abuso del cellulare, ahimè, lo abbiamo subito tutti (e forse praticato) a teatro, al cinema, durante conferenze e perfino in chiesa. Grazie di seguirci e quando ti capita scrivi scrivi scrivi e fa’ sentire la tua voce!

  3. Mi sento come Ceronetti contraria al quasi regime imperante della tecnologia, alla sua invadenza, alla sua assenza di sentimento, all’abuso che ne facciamo eccetera eccetera ma trovo anch’io l’articolo sull’autorevole Corriere un po’ scontato e anche banale, non tanto per il pensiero che esprime ma “come” lo esprime nel senso che da un filosofo mi sarei aspettata considerazioni più filosofiche che moralistiche…

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