Domenica si è chiuso a Ginevra il salone del Libro. Fra le consuete novità editoriali si sono distinti quest’anno i « mooks » o « magbooks » di produzione per lo più francese a metà strada fra il libro e la rivista patinata. Curatissime dal punto di vista editoriale e grafico queste riviste contengono foto, disegni e fumetti di grande valore e articoli che più che giornalistici, ricalcano il saggio letterario. Infatti i megbooks si basano sull’incrocio dei vari generi, l’informazione, anche la più attuale, viene trattata in modo letterario, grandi firme del giornalismo e della letteratura si rincorrono e creano un nuovo modo di fare informazione, catturando un pubblico, quello delle librerie dove sono venduti, più esigente e più attento. Siamo nel categoria dell’ « infoitament », un termine coniato dal sociologo svizzero Michaël Meyer per definire il melange fra divertimento e informazione. Ancora Meyer afferma che « i mooks sono il segnale di una stampa che cerca nuove maniere per reinventarsi ». I mooks sono « begli oggetti » assolutamente privi di pubblicità, che si divorano come dei romanzi. Se infatti andiamo a curiosare sulla pagina web di presentazione di uno fra i più famosi di questi « oggetti », XXI, appare chiaro il progetto che essi sottendono : « XXI assembla tutti i talenti del reportage: romanzieri agguerriti che amano raccontare il reale, giornalisti di talento che sono in grado di scrivere da 20 a 30 cartelle, fotoreporter sul territorio, autori di fumetti che hanno voglia di confrontarsi con il reportage ».
Un mook in particolare mi ha incuriosito Muze, rivista culturale al femminile, che presenta un mix di notizie e novità culturali, cinema, musica, arte e letteratura, moda e bellezza, creata da donne per le donne.
Cosa c’è di diverso dalle decine di altre riviste patinate sul mercato ? La serietà degli articoli, la profondità dei temi, la mancanza di pubblicità, la cura dell’edizione… e vi sembra poco ?