
E’ arrivato il momento per tornare a dare valore alle cose. Sì, proprio le cose, ossia gli oggetti di cui ci circondiamo tutti i giorni; propongo di restituire loro l’attenzione e l’onore che si meritano. Incredibile vero? Se siete della mia generazione, sarete cresciuti pensando che il valore non andava dato alle cose, ma piuttosto alle persone, agli affetti… Non voglio andare contro questa visione, ma vorrei mettere le cose su un gradino di considerazione un po’ più alto. Per esempio, mi piacerebbe che il rispetto per il lavoro manuale, necessario a realizzare tante cose, fosse più rispettato. Inoltre dovremmo ritrovare il piacere del collezionista che ha passione per le cose e se ne prende cura. Si deve ridurre il numero di oggetti che entrano nelle nostre case e tenere di conto di quelli che ci circondano.
Abbasso il fast-oggetto, comprato gettato e ricambiato, in un ciclo infinito. E così potremmo decidere di non andare in quei negozi dove si vendono oggetti a bassissimo costo, realizzati sfruttando le persone fino a farle morire, come nel caso del palazzo del Bangladesh dove si producevano vestiti che andavano in vetrina a niente o quasi.

Che valore hanno per noi le cose? Poco, ma solo rendendo onore all’oggetto potremo rispettare chi lo ha realizzato.
Leggevo un articolo di Erri De Luca, che si interrogava sul valore delle cose, e sono partita da questa sua riflessione “il valore di una cosa, preziosa o no, è personale e non soggetta a fluttuazione di mercato. Il valore di un oggetto inizia nel punto e nel momento esatto in cui non appartiene al mercato, è diventato incedibile. Non può essere scambiato con niente, nessuna offerta può volerlo” ( Erri de Luca, Quale (circa) il valore delle cose, in dialogo n.’99,2013 pag.8) .
E leggendo pensavo a quella maglietta colorata, senz’altro carina, che sarebbe dovuta uscire da quella fabbrica e che avrei trovato nel negozio sotto casa mia: l’avrei acquistata, con molto probabilità, perché costava poco e rinnovava il mio guardaroba fino alla prossima maglietta, che poi avrei abbandonato e scordato per sempre.