Si è chiusa ieri la sesta edizione del Festival dei Matti a Venezia. Non stiamo scherzando… è una cosa serissima. Il tema che è stato scelto quest’anno era Politiche/Poetiche: «Le politiche, da sole, corteggiano le istituzioni e lo diventano, traducendosi in mera amministrazione dell’esistente. Le poetiche, da sole, annunciano mondi sospesi nel vuoto, confusi dal vuoto. Senza corpo e schiacciati dai corpi. Vorremmo politiche che prendano il largo dai dati di fatto, poetiche capaci di farsi mondo. Utopia della realtà… La sfida che lanciamo». L’auspicio e l’intenzione è «di restituire cittadinanza, parola, soggettività a chi continua ad esserne amputato perché dichiarato matto da qualche opinione prevalente».
Avremmo voluto esserci alla faccia di chi si proclama “normale”.
Intanto quelli “normali” hanno sbagliato le piazze dove dovevano tenere comizi, hanno dato la caccia al passaporto che raccoglie i bollini dei padiglioni dell’EXPO (ma non erano i pellegrini che si recavano a Compostella che mostravano con orgoglio la Credenziale?), morivano infilzati da un pesce spada, ottenevano gli arresti domiciliari perché “allergici alla prigione”.
Allora spiegatemi chi è quello “normale”?
Buona settimana!