Avengers: che passione!

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Oggi è mia figlia Maria che, dopo aver visto l’ultimo film degli Avengers, ha scritto per noi il suo commento:
All’inizio di maggio, Marvel ha lanciato “Avengers: l’età di Ultron”, il seguito del popolarissimo film di supereroi “gli Avengers”. L’età di Ultron, diretto da Joss Whedon, è una pellicola piena di azione e di effetti speciali, così come di umorismo; eppure è stato accolta con una certa ostilità da parte dei fan della serie. La ragione di questa reazione è legata alla maniera in cui nel film è definito il personaggio di Natasha Romanoff, ossia Black Widow.
Black Widow è un vecchio personaggio, molto amato nei fumetti come nella fortunata serie cinematografica.  Il risentimento dei fan deriva dal fatto che la sua caratterizzazione, nel film, sembra completamente incoerente con ciò che il personaggio era stato sino a quel momento, nel corso della serie. Stavolta, infatti, Black Widow è fortemente definita sulla base di una storia d’amore, cosa -come vedremo – altamente improbabile. Io stessa non ero a mio agio, mentre vedevo il film, e al momento di lasciare il cinema mi sono interrogata sul perché di questo sentimento. Ne sono scaturite le seguenti riflessioni.
Il problema principale, come dicevo, è che il personaggio è completamente incoerente con quello presentato nelle pellicole precedenti: come può la stessa Natasha, che dichiarava “l’amore è cosa da bambini” poi essere la stessa persona che confessa teneramente a  Bruce Banner “ti adoro”? Questa discrepanza, rende la storia d’amore con Banner forzata e dà l’impressione che il personaggio Balck Widow sia stato scritto, stavolta, senza curarsi troppo dei dettagli e senza la necessaria attenzione alle storie precedenti. Comunque, la scena che mi ha dato maggior disagio è quella girata nella fattoria di Clint, dove Natasha lascia intendere che l’essere stata forzatamente sterilizzata da giovane l’ha resa un mostro, spingendola a passare gran parte della propria vita a mentire e uccidere. Per quanto mi sforzi di riflettere su questa motivazione, io non riesco a comprendere come l’impossibilità di avere bambini possa rendere in qualsiasi misura una persona peggiore. Non riesco a comprendere nemmeno come Natasha possa considerare ciò la cosa peggiore della sua vita, mentre in un film precedente (Captain America: The Winter Soldier) la stessa Natasha era ossessionata esclusivamente dal senso di colpa legato all’aver operato per il KGB.
Tutto sommato, posso capire perché tanti fan siano arrabbiati su come questo personaggio sia stato ridefinito nell’ultima tappa della serie di supereroi. Si tratta di un personaggio importante anche assai amato, con una ricca storia personale e anche con un certo potenziale di sviluppo e crescita nel corso della serie: gli sceneggiatori stavolta avrebbero dovuto assicurarsi di rendere maggiore giustizia alla sua ricchezza.

Autore: italianintransito

Storica per amore dei fatti, accanita lettrice per passione, scrittrice a tempo perso. Il blog è una finestra sul mondo, un modo per far sentire la propria voce da un luogo non lontano geograficamente, ma distante anni luce dal mio passato. Condivido ciò che scopro e ciò che so cercando di non perdere mai l'entusiasmo per quello che vedo.

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