Una bambina nera guarda la televisione a casa, in una periferia dell’America anni sessanta, mentre aspetta la madre che lavora come donna delle pulizie. Ci sono gli Oscar e con sorpresa, la bambina, Oprah Winfrey, vede che il riconoscimento è assegnato a un nero come lei: un elegantissimo Sidney Poitier. Un’emozione enorme!
Qualcosa di quasi impensabile.
Tutto d’un colpo il movimento per i civil rights dei neri fece un passo avanti nella sua lunga (e certo non conclusa) lotta per un mondo migliore.
Oggi, c’è un’ altra lotta che prende nuovo slancio: quella del rispetto per le donne, ossia quella dell’eguaglianza sostanziale che passa anche dal non dover più subire tutte quelle forme di violenza, maturate in secoli di predominio maschilista.
E allora la medesima Oprah, divenuta nel frattempo star della televisione, l’altra sera, sull’onda dell’enorme rivoluzione che è scaturita a seguito dello scandalo Weinstein, ha pronunciato ai Golden Globes un discorso infuocato: tempo di finirla, uomini! Nove minuti: è andata dritta al cuore del problema, come una staffilata.
Tutti a dire: correrà da Presidente nel 2020 ?. Può darsi. Ma per me in questo momento conta altro: Oprah ha sottolineato che la lotta per i diritti umani è ancora ben aperta e che saremo, nella nostra vita, testimoni di uno dei grandi cambiamenti epocali della storia : le donne hanno detto basta.
Niente sarà più come prima.