Gianluca, ci sei arrivato! Si tratta di Yuko Mohri, presente alla XIV Biennale di Lione.
Yuko Mohri, fedele al dettato della Biennale, intitolata quest’anno Mondes Flottants, crea delle opere che appartengono a “ecosistemi autonomi, la concezione improvvisata e aleatoria delle quali mette in gioco differenti fenomeni intangibili: la gravità, il magnetismo o le variazioni termiche” (Emma Lavigne).
L’artista stessa parlando della sua opera afferma: “Eric Satie, Marcel Duchamp (e certamente anche John Cage), sono artisti che hanno saputo tenersi lontani da ogni facile umanesimo, navigando con eleganza attraverso le acque torbide di un’epoca difficile. Si sono aperti al rischio (ciò che giunge improvvisamente), all’errore (ciò che non sarebbe dovuto arrivare), al presagio (ciò che può arrivare) e al silenzio (ciò che non è arrivato?); tutti loro accolgono nella loro pazienza sottile questi ingredienti per estrarre il sapore complesso nascosto in questi avvenimenti… Accogliere la complessità preservandola, senza dimenticarne l’humor e la vita nascosta ecco i precetti fondamentali che io estraggo dalle loro opere” (Yuko Mohri)