
È della settimana scorsa la notizia che a Roma in pieno centro storico, dalle parti di Piazza di Spagna, 4 turisti inglesi hanno pagato per altrettanti coni gelato 64 euro cioè 16 euro a cono.
Per carità si trattava di un gran bel cono, tre gusti, cialda croccante, quasi sette etti di gelato (la difesa del proprietario della gelateria). Noi ci chiediamo, è la solita “circonvenzione di turista”, che pare essere uno degli sport nazionali italiani, o un prezzo tale, sebbene per una leccornia tutta nostrana, è in qualche modo giustificabile?
I commenti letti su giornali e blog italiani mostrano una sana indignazione per fatti così gravi, che incidono negativamente sul turismo italiano (proprio in un periodo in cui forse si potrebbe rivelare l’unica ancora di salvezza per la nostra economia asfittica).
Hai ragione ma mi domando era esposto il prezzo oppure erano ignari di quello che sarebbero andati incontro?
La ADOC (Associazione difesa e orientamento dei consumatori) si è mostrata particolarmente dura nel bollare questo episodio (che segue di poco tempo quello dei due giapponesi che hanno pagato per un pranzo oltre 600 euro e di una turista americana che sentitasi male si è fatta trasportare all’ospedale su un’ambulanza privata ricevendo un conto di 1300 euro) come “scandalo incommentabile”.
Se diamo un’occhiata ai commenti dei media di oltre manica non manca l’ironia (come quella del Guardian ad esempio che si chiede se a Londra esiste un posto in cui il gelato è più caro di quello romano), alcuni si sono scandalizzati bollando gli italiani come truffaldini, ma un commento ci ha incuriosito in particolar modo. Quello trovato sul sito on line della BBC. Qui infatti si afferma che il prezzo di quei coni era sì scandaloso ma allo stesso tempo mangiare un gelato a Roma è un privilegio raro, dunque bisogna essere consapevoli del fatto che in quel preciso momento non stai comprando un semplice gelato (cosa che puoi agevolmente fare in ogni angolo del mondo) ma lo stai comprando a Roma, ed é come se acquistassi un pezzo della città eterna.
Commento benevolo non c’è che dire, ma può bastare a scusare una follia del genere?
L’ironia quando è diretta a dare qualche colpo all’immagine italiana non manca mai, comunque nel mio piccolo vorrei denunciare che ieri ho comprato a Divonne, in Francia , al mercato della domenica un cestino di piccoli pomodori rossi e ho speso 12 euro . Quando mi ha detto il prezzo, mi è preso un colpo, non ho avuto il coraggio di reagire e senza fiatare sono tornata a casa con i miei pomodori d’oro. Dopo meno di un’ora erano finiti in una sola insalata del pranzo.