Chiacchiere del Lunedì

Prova mafalde

La domenica è stata freddina e uggiosa dalle nostre parti e ho cercato fra le notizie qualcosa che potesse risvegliarmi dal torpore e dalla noia.

Mi sono imbattuta in un articolo apparso sul Corriere on line che mi ha lasciata stupita, interdetta e anche un po’ stizzita. Infatti Kezia Nobel, ex super bellona da passerella (e dopo aver visto delle foto su Internet posso assicurarvi che è veramente uno schianto) vista avvicinarsi la data di scadenza si è inventata un lavoro ed è diventata docente, di che? Insegna agli uomini come “rimorchiare” le ragazze… Proprio così, insegna allo “sfigato” di turno, per una modica cifra che va dai 1500 dollari per un giorno ai 5000 per una settimana, come avere successo con le donne. E non si limita ai corsi, ma scrive libri e registra dvd sull’argomento.

Ma che fine hanno fatto i bei tempi in cui per avere uscire con delle ragazze bastava ricoprirle di attenzioni e farle ridere? Cosa dovranno mai fare oggi i maschi per poter avere un appuntamento, trasformarsi in fenomeni da baraccone? Che fine ha fatto il maschio sicuro di sè, noi donne li abbiamo veramente ridotti al punto da dover “apprendere” come fare colpo su di noi?

Ai posteri l’ardua sentenza…

Chiacchiere del lunedì

Prova mafalde

Frida Calo
Frida Kahlo

Non vogliamo strappare lacrime facili, ma nel nulla domenicale, o meglio nell’affollamento domenicale di parole ci è saltato all’occhio un articolo del Corriere on line, Due bambini e un piccolo cuore: Vite incrociate di Cesare ed Emma di Paolo di Stefano, che non commentava politica, conclave, dibattiti, ma dava una notizia meravigliosa e tragica. Qui la vogliamo condividere perché tocca un argomento importante: la donazione di organi.

L’articolo on line riportava la notizia che grazie al cuore di un bimbo di appena quattro anni morto di encefalite, una bimba più o meno della stessa età ha ricominciato a sperare di poter sopravvivere ad una malattia cardiaca che se la stava portando lentamente via, sotto gli occhi impotenti dei genitori.

Bravi tutti in questa storia e coraggiosi e colmi di amore, chi si è fatto violenza e ha deciso di donare un piccolo cuore, chi ha atteso pregando e non perdendo la speranza che ciò potesse succedere. Un grande dolore che suscita un’immensa gioia. Non è facile commentare senza provare sgomento per i genitori che hanno perso un figlio (sopravvivere ai propri figli credo sia un’esperienza sconvolgente sotto tutti gli aspetti), ma allo stesso come non provare un’immensa gioia alla notizia di far sopravvivere un bambino?

Che decisione straziante hanno dovuto affrontare gli uni, che sollievo incredibile per gli altri.

Decisione straziante perché nei momenti che seguono la morte di un caro spesso non si ha la necessaria lucidità mentale di decidere di donare i suoi organi, legati come siamo al suo recente “esserci”, con difficoltà si prende in considerazione questa ipotesi. Tanto di cappello a questi genitori che con un gesto di amore estremo hanno deciso di far continuare a vivere un pezzetto del loro bambino nel petto di un altro essere umano. Come ci si può sdebitare per una così grande generosità?

… ci piace

ci piace tanto, ma veramente, tanto l’articolo del filosofo Guido Ceronetti sul Corriere on line di domenica 10 giugno: un grido di angoscia contro il telefono cellulare. Dopo anni di resistenza infatti anche Ceronetti si è fatto affascinare dal diabolico strumento che ti tiene sempre connesso e reperibile, al punto da suscitare vere e proprie crisi di astinenza in chi per un malcapitato evento se ne deve separare… l’esasperazione lo porta ad affermare “Il cellulare è una pulce che ha uno stomaco da elefante. Lo smartphone è un baratro senza fondo in cui l’Utente (l’essere, l’anima umana), una volta catturato, precipita senza fine”. Vorremmo aggiungere che anche altre nuove tecnologie suscitano in noi tale sgomento….