Scatole d’artista

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Giacomo Rambaldi, senza titolo, 2017

Quando eravamo piccoli, le scatole nascondevano dei carillon. Ne ricordo una che, grazie a una manovella da girare lentamente, produceva una musichetta e lasciava fuoriuscire un clown: ogni volta che ciò accadeva sobbalzavo di gioia.

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Giacomo Rambaldi, senza titolo, 2017d

Crescendo, ho cominciato ad ammirare le scatole dell’artista americano Joseph Cornell (nel blog ne abbiamo già parlato l’8 gennaio del 2014 “Scatole magiche e i pezzi di memoria”) . Le scatole di Joseph Cornell sono fatte di tanti oggetti diversi collezionati nel corso della sua vita. Poi ho incontrato i contenuti poetici delle scatole- teatrino di Fausto Melotti.

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Giacomo Rambaldi, senza titolo, 2017

Ho acquistato la mia prima scatola dall’artista fiorentina Sandra Tomboloni: era completamente ricoperta di pongo con grandi margherite gialle incise sulla parte esteriore, mentre al suo interno appariva un paesaggio modellato in pongo blu.

La scatola è un luogo, uno spazio circoscritto, creato per immaginare e costruire visioni, da far vivere separatamente dal mondo circostante.

Cosi’ potete immaginare il mio entusiasmo quando ho ricevuto in regalo una scatola d’artista, realizzata dall’italo-parigino Giacomo Rambaldi. Una scatola di legno con dentro una forma animale, delineata da un semplice pezzo di corteccia e da un ramoscello. Fa parte di una serie di scatole ispirate a mondi fantastici. Sono tutte caratterizzate da forme delicate, create con semplici oggetti, per lo più presi dalla natura, come foglie, ramoscelli, insetti, conchiglie. Si presentano come scene di una narrazione; ognuna di esse potrebbe essere tratta da un racconto infinito; molto spesso sono un dialogo a due e tutte rimandano al gioco degli equilibri o dei pieni e dei vuoti.

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Giacomo Rambaldi, senza titolo, 2017

Chi ne volesse sapere di più  queste scatole delle meraviglie sono postate su instagram (giacomorambaldi).

Pensandoci bene, la scatola non è poi molto lontana dal concetto di valigia: chi meglio di italiantransito ne può  subire il fascino?

Una bella occasione

Fausto Melotti, Il viaggio della luna
Fausto Melotti, Il viaggio della luna,1973

Ecco una mostra da non perdere. Scaturisce da una bella idea: offrire al pubblico la possibilità di vedere, in parallelo, le opere di due grandi artisti del secolo scorso: Paul Klee e Fausto Melotti. Un percorso che è come un ponte tra le loro visioni “spirituali”.

Questo è quello che ci propone il Museo d’arte di Lugano con la mostra Klee-Melotti, visitabile da ora fino alla fine di giugno. Un’occasione unica per capire, mettere in relazione e percepire le sensibilità di questi due artisti; un tentativo (è stato detto) per instaurare un dialogo ideale tra il pittore svizzero tedesco e lo scultore italiano. La storia artistica di Paul Klee si dipana nella prima metà del XXI secolo, mentre quella di Fausto Melotti va oltre il  1945 fino ad arrivare agli anni Ottanta.

Paul Klee, The Twittering Machine, 1922
Paul Klee, The Twittering Machine, 1922

I due artisti sono diversi da tanti punti di vista, uno è pittore e l’altro scultore hanno due personalità uniche e originali e non è il caso di cercare se uno ha guardato l’altro,  i due non si sono mai incontrati e non è lì il punto della mostra. Il loro colloquio nell’esposizione sarà da ricercare nella loro sensibilità. Entrambi hanno avuto la passione per  la musica. Paul Klee era figlio di un musicista e di un cantante professionista da loro ricevette l’amore  per la musica e così Melotti che fin da giovane la studia e lo forma.

Seguendo il linguaggio visivo  della musica quando sarete davanti ai dipinti agli acquarelli e ai disegni di Klee oppure davanti ai disegni e alle sculture di Melotti scoprirete come questi due grandi artisti sono riusciti nell’arte  a catturare l’aspetto poetico del reale. Ho ritrovato nel catalogo della bella mostra “le stanze dell’arte” che si tenne a  Trento nel 2002 un brano scritto da Mercedes Garberi che parlando di Fausto Melotti scriveva: “La finissima musicalità di Melotti , l’estrema leggerezza e la fantasia delle sue opere , la precisione di una fantasia sottile , raffinata, inattesa (…) non possono non richiamare agli ideali di Kandinsky, Klee, Mirò, Calder.  Anche a Melotti è stato concesso “il destino” di non distogliere mai l’orecchio interiore dalla bocca dell’anima”  (Kandinsky)”.

Allora, se ci riuscite ad andarci ecco le date della mostra:  klee_melotti_int