
Quando eravamo piccoli, le scatole nascondevano dei carillon. Ne ricordo una che, grazie a una manovella da girare lentamente, produceva una musichetta e lasciava fuoriuscire un clown: ogni volta che ciò accadeva sobbalzavo di gioia.

Crescendo, ho cominciato ad ammirare le scatole dell’artista americano Joseph Cornell (nel blog ne abbiamo già parlato l’8 gennaio del 2014 “Scatole magiche e i pezzi di memoria”) . Le scatole di Joseph Cornell sono fatte di tanti oggetti diversi collezionati nel corso della sua vita. Poi ho incontrato i contenuti poetici delle scatole- teatrino di Fausto Melotti.

Ho acquistato la mia prima scatola dall’artista fiorentina Sandra Tomboloni: era completamente ricoperta di pongo con grandi margherite gialle incise sulla parte esteriore, mentre al suo interno appariva un paesaggio modellato in pongo blu.
La scatola è un luogo, uno spazio circoscritto, creato per immaginare e costruire visioni, da far vivere separatamente dal mondo circostante.
Cosi’ potete immaginare il mio entusiasmo quando ho ricevuto in regalo una scatola d’artista, realizzata dall’italo-parigino Giacomo Rambaldi. Una scatola di legno con dentro una forma animale, delineata da un semplice pezzo di corteccia e da un ramoscello. Fa parte di una serie di scatole ispirate a mondi fantastici. Sono tutte caratterizzate da forme delicate, create con semplici oggetti, per lo più presi dalla natura, come foglie, ramoscelli, insetti, conchiglie. Si presentano come scene di una narrazione; ognuna di esse potrebbe essere tratta da un racconto infinito; molto spesso sono un dialogo a due e tutte rimandano al gioco degli equilibri o dei pieni e dei vuoti.

Chi ne volesse sapere di più queste scatole delle meraviglie sono postate su instagram (giacomorambaldi).
Pensandoci bene, la scatola non è poi molto lontana dal concetto di valigia: chi meglio di italiantransito ne può subire il fascino?