Cartolina

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È una settimana leggera. È infatti la settimana del Festival di San Remo, di san Valentino, del Festival del Cinema di Berlino. Dunque le cartoline da inoltrare sarebbero veramente tante (per la noia suscitata, ancora una volta, dalla kermesse di San Remo, per i cuoricini che spuntano ovunque a festeggiare la festa degli innamorati, per l’uscita del film 50 sfumature di grigio, definito dai critici una vera e propria “boiata”).

Ma, in tema di leggerezza, stamattina la cartolina la voglio spedire ai tre giudici di Master Chef. Bisogna riconoscerlo, il programma mi tiene legata alla poltrona da diversi giovedì sera, ma, a ben riflettere non riesco a capire perché. Quest’ultima edizione è la più “recitata” della serie. I giudici impersonano una sorta di “cattivissimo me” e dispensano non solo consigli di cucina (pochi, tuttavia interessanti) ma soprattutto consigli che la mia mamma chiamerebbe “di vita” (a mio parere assolutamente banali e inutili), tutto in nome dello show, esclusivamente per “fare spettacolo”. E via dunque con il pistolotto sulla personalità, sul modo di affrontare le sfide, su come comportarsi e come non comportarsi, e mai come in questa edizione le lacrime si sono sprecate a fiumi. Per carità, quando aprono la bocca per spiegare come si cuoce la carne di un Germano reale, i tre sono delle vere e proprie divinità della cucina, ma quando invece fanno i Guru lanciandosi in altri campi… beh allora scatta il ridicolo. È come comprare una borsa di Prada finta sulla bancarella del lungo mare!

La domanda nasce spontanea: è la formula che sta annoiando o sono proprio i tre giudici dell’edizione italiana?

 

Chiacchiere del Lunedì

Prova mafaldeDomani sera prende il via… il Festival di San Remo. Perché parlarne ancora, ritornare sugli usurati commenti che ogni anno dal 1951 ci seguono durante tutto il mese di febbraio? La risposta è ardua, ma crediamo che possa essere rintracciata nel fatto che il festival è un la vetrina dell’Italia, di come era e di come è.

Ogni anno è accompagnato dalle polemiche, dagli scandali, dal gossip e sembra quasi che il bel canto italiano, per cui era nata la manifestazione, sia di anno in anno sempre meno importante!

Artisti famosi, meteore, sedicenti cantanti o cantautori per 3 minuti calcano il palco dell’Ariston e, comunque vadano le cose, entrano nella leggenda. Anzi meglio se accolti con freddezza o con aperta ostilità dal pubblico perché così se ne potrà parlare per giorni, per settimane…

Trovo che il festival sia lo specchio dell’Italia e quest’anno, cadendo in periodo pre elettorale, annuncia scintille proprio per il suo carattere mediatico di collettore di ogni tipo di pubblico.

Le tue riflessioni le condivido e, pensandoci un po’, credo che il festival sia vecchio come il cucco. I miei genitori non lo hanno mai guardato, da ragazza lo snobbavo eppure ricordo che il look un po’ dark e punk della prima Anna Oxa mi colpì.  Poi, vediamo, ricordo che negli anni successivi, quando si rafforzò la Lega con i suoi attacchi all’idea di unità nazionale, incontravo persone lontanissime dal festival e dalla televisione, che affermavano quanto spettacoli come il festival della canzone italiana fossero eventi da valorizzare e mantenere per salvaguardare l’idea di nazione.

Ancor più della gara canora è interessante il format che segue il festival in cui si raduna il meglio e il peggio di ciò che la televisione può offrire, in cui spesso nell’arena si scontrano, dietro l’alibi della musica, interi universi di pensiero.

Vabbé, non confesserò mai da quanti anni ne sento parlare, ma posso affermare che le cose non sono mai cambiate!

Devo confessare però che mai sono riuscita a vedere un festival dall’inizio alla fine per un’intera settimana

Anche io faccio come te e così un po’ lo vedo un po’ no. Questa volta, però, mi rallegra sapere che ci saranno come presentatori Fazio e Litizzetto a cui va tutta la mia simpatia.