“dammi una Vespa e ti porto in vacanza! “

Cosa hanno in comune Zoolander 2, con Ben Stiller, Owen Wilson e Penelope Cruz, Vacanze romane, con Gregory Peck e Audrey Hepburn, Caro diario di e con Nanni Moretti?

images (1)

Tutte queste pellicole e molte altre ancora hanno in comune un prodotto che fa parte della storia italiana ed è espressione della nostra genialità: la Vespa, “lo” scooter per eccellenza.

locandina.jpg

Nata nell’aprile del 1946, all’indomani della fine della Seconda guerra mondiale, la Vespa divenne subito un nuovo, funzionale e innovativo mezzo di trasporto che il pubblico apprezzò immediatamente. I primi esemplari vennero venduti con prezzi variabili dalle 55.000 Lire del modello base alle 66.000 Lire del modello de luxe.

“Tutti sono stati giovani in nostra compagnia: dal 1946 ad oggi, intere generazioni di ragazzi sono cresciute muovendosi in sella ad una Vespa”, si legge sul sito dedicato allo scooter più famoso del mondo. E ancora: “Da sempre omaggio alla femminilità, Vespa celebra la Donna e la mette alla guida per la prima volta”.

La settimana scorsa il Tribunale di Torino ha ufficialmente trasformato la Vespa in un’opera d’arte, un unicum che non può essere copiato (come avrebbe voluto una potente compagnia cinese). «La forma della Vespa – secondo i giudici del Tribunale – è senz’altro nota come oggetto di design industriale e nel corso dei decenni ha acquisito talmente tanti riconoscimenti dall’ambiente artistico (e non solo industriale) che ne ha celebrato grandemente le qualità creative e artistiche, da diventare un’icona simbolo del costume e del design artistico italiano».

vespa 1

La Vespa fa parte della nostra storia recente ed è espressione della nostra creatività, giusto dunque considerarla una vera e propria opera d’arte, e poi chi non l’ha sempre desiderata?

La sala di lettura

Roberto Barni
Roberto Barni

Chi non ha amato Il buio oltre la siepe, che se non è stato letto è stato almeno goduto come adattamento cinematografico che valse al protagonista Gregory Peck l’oscar come miglior attore nel 1962?

L’autrice di To kill a Mokingbird, titolo originale del romanzo, Harper Lee vinse nel 1961, proprio per questa sua fatica, l’ambito Premio Pulitzer.

Il buio oltre la siepe è stato fin dalla sua prima uscita un best seller internazionale con oltre 30 milioni di copie vendute e, addirittura, nel 1999 fu eletto miglior romanzo del secolo.

Vuoi perché la voce narrante e la prospettiva dell’intero romanzo sono quelli di una bambina, vuoi perché attraverso i suoi occhi vengono toccati dall’autrice i temi “caldi” dell’America degli anni 30 con le sue lotte sociali e razziali, il libro ha un respiro che solo le grandi opere hanno.

A luglio, a cinquant’anni dalla pubblicazione del primo romanzo, per il piacere di tutti coloro che lo hanno amato, uscirà l’atteso seguito delle avventure di Atticus e Scout: Go Set a Watchman. La particolarità di questo inedito lavoro di Harper Lee è che in realtà non si tratta di un “nuovo” romanzo scritto dall’ormai ottantottenne autrice. Infatti questo era il romanzo che originariamente era stato presentato alla casa editrice per la pubblicazione. Ma l’editor convinse la Harper a rielaborare alcuni flashback contenuti nella storia e così nacque Il buio oltre la siepe. Il manoscritto è stato riscoperto nell’autunno del 2014, attaccato al dattiloscritto originale di To kill a Mokingbird. Neppure l’autrice sapeva che lo scritto originale non era andato distrutto e dopo qualche tentennamento, su consiglio di amici fidati, ha acconsentito alla sua pubblicazione. Pochissime sono le indiscrezioni sul questo nuovo romanzo. Da lettori non ci rimane che sperare che possa ricreare la magia già vissuta con Il buio oltre la siepe.