Sacré Bleu

Eduard Manet,
Eduard Manet,

Vi ricordate Midnight in Paris di Woody Allen? Il film ci ha fatto divertire e soprattutto un po’ sognare immaginandoci come avremmo vissuto nella Parigi di primo secolo a fianco di grandi intellettuali e maestri del tempo. Se questo genere di viaggi vi piace vi consiglio di leggere un libro: Sacrè Bleu scritto dall’americano Christopher Moore edito da Elliot. È un giallo, una storia misteriosa che vi farà rivivere l’atmosfera parigina di fine XIX secolo a contatto con i pittori dell’impressionismo. Diventerete compagni di Henri Toulouse-Lautrec e cercherete il mistero che si avvolge attorno alla morte di Vincent van Gogh. Più di ogni altra cosa respirerete l’uso del colore “ il bianco, il rosa delle ninfee – di Monet ad esempio – il grigio verde dei salici riflessi sulla superficie dell’acqua, il marrone scuro opaco e l’azzurro ardesia del cielo nell’acqua”. Tra i colori nel libro il blu sarà il colore più ricorrente e pericoloso.  Vi immaginerete a camminare per le vie di Montmatre oppure a  visitare con Camille Pissaro il Salon des Refusès dove, con gli occhi di chi lo vede la prima volta, vi troverete davanti al sorprendente quadro di Manet Le Déjeuner sur l’herbe.imgres

Un  libro valido per i compagni di viaggio che vi accompagneranno e per le molte descrizioni dei quadri e dell’atmosfera un po’ meno per la trama arzigogolata del mistero che però si perdona all’autore, per la cornice in cui è stata inserita.

In Svizzera crescono gli spazi per l’arte

Kunsthaus , Zurigo
Kunsthaus , Zurigo

È stato approvato  a Zurigo il progetto  per l’espansione del Museo di Belle arti. La Kunsthaus diverrà così il più grande museo della Svizzera. L’inaugurazione è prevista per il 2017 e il nuovo edificio sarà costruito davanti al vecchio Museo, avrà una forma cubica e sarà collegato all’edificio principale con un passaggio sotterraneo. Il nuovo edificio è progettato dall’architetto inglese  David Chipperfield.

Nuovo progetto, Kunsthaus, Zurigo
Nuovo progetto, Kunsthaus, Zurigo

Non è il primo museo realizzato da lui e dal suo studio. Ricordo qui, fra gli altri, il Neues Museum di Berlino, creato in un edificio che fu danneggiato durante la seconda guerra mondiale e che l’architetto inglese ha restaurato e ripensato (riaperto al pubblico nel 2009).

Neues Museum Berlino
Neues Museum Berlino

Chipperfield è stato scelto l’anno passato come Direttore della Biennale di architettura di Venezia.

Il nuovo Museo accoglierà anche la collezione  di Emil George Buhrle, mercante d’armi che ha raccolto un’importante fondo di opere  impressioniste e dell’avanguardia francese del ‘900.

 L'abri, Ginevra
L’abri, Ginevra

Invece a Ginevra, con un progetto più piccolo, ma non meno interessante, si è approvato nella Vieille Ville uno spazio culturale dedicato ai giovani artisti locali . Si chiama L’abri, uno spazio polivalente situato sotto la terrazza Agrippa d’Aubigné. Uno spazio che avrà anche un piccolo teatro. Il luogo è pensato per i giovani che lì potranno presentare le loro creazioni e farsi conoscere. In questo luogo ci sarà un ambiente per mostre, concerti, performances artistiche e laboratori di fotografia.

 

Mai un’artista è stato più amato

C’è una mostra che si aprirà tra poco in Svizzera, a Basilea, alla Fondazione Beyeler, dedicata ad uno dei pittori più amati e desiderati tra gli impressionisti: EDGAR DEGAS. La mostra si concentra sui lavori dell’artista nell’ultimo periodo della sua vita (1834-1917).

Chi non conosce Edgar Degas?

Chi non ha visto una sua ballerina o una copia riprodotta in mille modi? A volte mi chiedo se c’è ancora un modo di avvicinarsi alle sue tele con l’incanto che devono aver provato i primi che le hanno viste. Riusciamo a vedere le sue tele senza l’influenza mediatica e la popolarità che lo accompagnano? Questo non è il destino solo di Degas ma di tutto il gruppo dell’impressionismo al quale l’artista fu legato, anche se controvoglia, fin dalla prima mostra nel 1874. In fondo dell’impressionismo non accettò alcuni aspetti come l’idea di un’arte spontanea che registrasse ciò che l’occhio catturava all’aria aperta. I suoi lavori erano costruiti formalmente e per lo più venivano creati nel suo studio con l’aiuto del modello che poteva essere una fotografia o un ricordo (non dimentichiamoci che fu anche fotografo e la sua pittura ne risenti molto). E’ vero che i suoi temi non erano retorici ma andavano raccontando la vita contemporanea parigina, la vita nei caffè oppure il mondo degli atelier e delle ballerine ritratte molto spesso nei momenti di pausa o durante le prove.

Nella mostra saranno presenti le opere di Degas più lontane dalla poetica impressionista, ma si vedranno i soggetti delle danzatrici e dei fantini, quelli dedicati al nudo femminile e alla veduta di paesaggi.

La mostra apre il 29 settembre e sarà visitabile fino al 27 gennaio per saperne di più www.fondationbeyeler.ch