Chi ha paura del mostro del lago?

Andando a zonzo attorno al lago Lemano, avrete la possibilità di vedere paesaggi davvero mozzafiato. Non per niente ad esempio la zona del Lavaux, ricca di vigneti e di piccoli e pittoreschi villaggi, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e tutte le coste del lago sono conosciute nel mondo per il clima mite, la bellezza dei paesaggi e l’eccellente qualità di vita. Se poi avrete la fortuna passarci in questo periodo, magari verso il tardo pomeriggio di una giornata serena, i colori caldi dell’autunno in collina vi accompagneranno in modo calmo e struggente verso la sera.

C’è, tuttavia, un punto, non meno suggestivo, ma tutt’altro che rilassante, del Lemano che incute soggezione per la maestosità e la severità degli scorci. Quando, infatti, il Rodano finisce temporaneamente la sua corsa nel lago, il suo delta è sovrastato da montagne che incombono sull’acqua lambendo le rive del bacino. È un paesaggio che sorge dall’acqua e sul quale, per gran parte della giornata, il sole non riesce a fare breccia.

Sono le pareti scoscese del Grammont che si erge severo come un torrione naturale a chiudere il Vallese. Proprio questa montagna è stata protagonista di un evento, di cui si parla moltissimo in questi giorni, eccezionale che si produsse in queste terre nel lontanissimo 563. Si tratta dello tsunami che distrusse Ginevra proprio in quell’anno, di cui sono stati testimoni di eccezione Gregorio di Tours e Mario di Avanches, che descrissero il fenomeno nelle loro cronache medievali. I testimoni non offrono spiegazioni sull’onda anomala che si produsse nel maggiore specchio di acqua dell’Europa occidentale, colpendo e distruggendo gran parte dei villaggi della costa ed arrivando a Ginevra dopo aver sorpassato le mura portando distruzione in tutta la città. A fare chiarezza è stato uno studio condotto dalla dott.ssa Katrina Kremer e dai suoi collaboratori dell’Università di Ginevra, i quali studiando i sedimenti presenti nel lago sono arrivati a dimostrare che con ogni probabilità una parte del Grammont precipitò sugli strati sedimentari creati dal fiume sul fondo del lago facendoli collassare e provocando lo tsunami. Simulazioni al computer hanno dimostrato come un’onda di 13 metri raggiunse, 15 minuti dopo il distacco della roccia, Losanna (provocando pochi danni poiche la città è costruita a terrazze) e la stessa onda, di dimensioni un po’ ridotte (solo 8 metri!), raggiunse, dopo 55, minuti anche Ginevra (all’altro capo del lago). Ma non è finita qui. Lo studio mette in guardia sulla possibilità che questo evento si riproduca in tempi attuali, in effetti il livello dei sedimenti sottomarini che il Rodano continua ad accumulare al suo delta potrebbero collassare anche oggi a causa di un terremoto, o di una frana o di una violenta tempesta.

Lo studio della Kremer inoltre solleva anche la domanda se altri laghi possono essere a “rischio tsunami” e consiglia lo studio accurato dei sedimenti sottomarini.  Da Loch Ness in Scozia al lago Tele nella Repubblica del Congo (in cui il mostro di turno è un serpentone di nome Mokélé-mbembé) innumerevoli sono le leggende che parlano di mostri sottomarini che agitano le acque… e se questi mostri in realtà non fossero altro che piccoli tsunami?

Paleo Festival Nyon

L’estate è un periodo speciale per la musica, tutta la musica.

Nell’intera Europa è un susseguirsi di appuntamenti capaci di soddisfare qualsiasi gusto musicale.

Non vi voglio parlare dell’appuntamento principe del Lago Lemano, quel Festival di Montreaux, che ha appena chiuso i battenti con il solito inossidabile successo, ma di un altro Festival decisamente Pop, dedicato soprattutto ai giovani, ma con un occhio particolare  anche ai più datati, che ogni anno, dal 1976, si tiene Nyon.

Quest’anno aprirà i battenti il 17 luglio e terminerà il 22.

Il Paleo Festival, così si chiama, è ormai divenuto un evento musicale conosciuto in tutta Europa.

All’inizio era il First Folk Festival e raccoglieva alcune migliaia di persone nella sala Comunale della bella cittadna sul Lago di Ginevra. Esso ha conosciuto in 36 anni una crescita continua e regolare, che ha permesso di offrire ad un pubblico di più di 250.000 spettatori per ogni edizione, per nulla intimoriti da fango e pioggia che spesso accompagnano la kermesse, oltre 200 concerti e spettacoli su un’area di 83 ettari.

In questi anni si sono presentati sui palchi del Festival artisti del calibro dei Depeche Mode, Pink, Lenny Kravitz, Crosby Still and Nash, Manu Chao, Zucchero e centinaia di altri.

Per stessa ammissione degli organizzatori il suo successo è dovuto alla formula che lo vuole une melange fra festa popolare e concerto. Trampolino di lancio per giovani talenti o luogo in cui conservare o rimarcare il proprio successo, protagonista assoluta della settimana del Paleo è comunque sempre la musica. Ogni sera sui diversi palcoscenici del festival si susseguono decine di musicisti, band, performers che mandano in visibilio i 35.000 spettatori stimati, i quali hanno l’opportunità di assistere ai vari concerti, distendersi al sole, prendere il fresco, bere e mangiare a bassa spesa nelle decine di stand predisposti.

I palcoscenici sono 6: sulla Grande Scène, davanti alla quale possono prendere posto in piedi 30.000 spettatori e sullo Chapiteau (8000 spettatori), si susseguono ogni sera i nomi più famosi dell’edizione. Il Dôme (2000 spettatori) accoglie gli artisti di una regione e di una cultura particolare del mondo (quest’anno il Medio Oriente). La Club Tent (2000 spettatori) e il Détour (500 spettatori) sono dedicati ai nuovi talenti e alle nuove tendenze musicali, mentre la Ruche é il luogo dedicato al teatro di strada, alla poesia visuale e all’humor.

Il Paleo oltre ad essere una festa della musica, dedicata davvero a tutti, si impegna in modo molto serio per il rispetto dell’ambiente. Insieme al comune di Nyon infatti, che predispone trasporti pubblici efficientissimi per lo spostamento delle migliaia di partecipanti, da anni gli organizzatori cercano soluzioni destinate a limitare al massimo i problemi ambientali che una così grande massa di spettatori presuppone. Da un programma di smaltimento rifiuti personalizzato all’attenzione alla vendita di prodotti locali, biologici o vegetariani, il Festival si impegna a consumare il 100% di energia verde e a non consumare più di 20 litri di acqua al giorno per ogni persona che assiste al festival o risiede nel camping attiguo, creato per l’occasione.

Unico neo è l’acquisto dei biglietti. Gli organizzatori li mettono in vendita intorno alla metà di aprile dopo aver svelato il programma annuale del Festival e vanno esauriti nel giro di una mezz’oretta, dopo di che si scatena la caccia all’ultimo biglietto.

Per chi è rimasto senza, ogni giorno del Festival, dalle 9 di mattina è possibile connettersi via internet per provare ad acquistarlo, ma… buona fortuna!