Get a life

Baby touching toes, cropped viewL’altro giorno i giornali italiani hanno riportano notizia del progressivo invecchiamento della nostra popolazione: età media a 44 anni, declino delle nascite e un saldo negativo tra nuovi nati e morti. Mi viene in mente che il medesimo dato per molti paesi africani è al di sotto dei 18 anni. Paesi giovani, cioè pieni di persone che hanno l’intera vita davanti. Senza poterla vivere, però. Niente opportunità di lavoro, classi di potere cleptocratiche, complicità varie da chi ha interesse a portarsi via le materie prime di quei posti, niente educazione, assistenza sanitaria zero: giovani privati della vita. Get a life, dice una nota stilista di moda. Loro per farlo devono scappare. Vengono qui e vanno  lavorare nelle Rosarno d’Europa (i ghetti dove si compiono lavori faticosi, per una manciata d’euro).  imgresOppure scompaiono nelle reti dell’economia informale. O finiscono in un centro di accoglienza. Ma sperano di avere una chance. A casa loro non ce l’hanno: altrimenti perché uno dovrebbe attraversare il Sahara, farsi picchiare e torturare da un delinquente di poliziotto libico e poi mettersi nelle mani d’uno schifoso scafista?

Un’associazione italiana Africa e Mediterraneo pubblica fumetti di autori africani: ve ne sono diversi su questa realtà di emigrazione per mancanza di prospettive. ApprodiSono uno spaccato di vita che tutti dovremmo leggere. Anche per capire che non terminerà con quattro proclami e qualche struttura in più. Forse si deve cominciare a gestire bene ogni centesimo speso in Africa. Anche i soldi spesi per le ambasciate, la cooperazione e le organizzazioni internazionali: anzi, comincerei proprio da quelli.