Purtroppo non è il momento propizio per organizzare un bel viaggio negli States, ma per i braves che avranno l’opportunità di trovarsi oltreoceano fino al 3 di gennaio, imperdibile è la Biennale di Architettura di Chicago.
Prima nel suo genere, volutamente allineata con le biennali di Venezia e San Paolo del Brasile è curata da Joseph Grima (nato a Avignone nel 1977, di nazionalità inglese e naturalizzato italiano, direttore artistico di Matera 2019) e Sarah Herda (35 anni, attualmente la più potente designer in USA).
Il titolo di questa prima edizione della biennale è “The State of the Art of Architecture”, tratto da una conferenza organizzata nel 1977 dall’architetto di Chicago Stanley Tigerman, che aveva invitato nella città i più importanti architetti americani affinché si discutesse a che punto si era arrivati in questa disciplina. Continuando orgogliosamente su questa strada, la città continua ad essere un incubatrice di idee, un punto di riferimento fondamentale per l’architettura.
La Biennale di Architettura di Chicago fornisce una piattaforma per i suoi innovativi progetti di architettura e gli esperimenti spaziali che dimostrano come la creatività e l’innovazione possono trasformare radicalmente la nostra esperienza vissuta.
La CAB ha un vastissimo programma che comprende conferenze, dibattiti, laboratori, attività didattiche e performance, compresa la prima mondiale di “Tesseract of Time” performance di danza ideata dalla coreografa Jessica Lang e dall’architetto Steven Holl, visite guidate al Johnson Campus di Frank Lloyd Wright a Racine – Wisconsin, conferenze di Jaques Herzog e Thom Mayne, proiezioni di film tra cui Uccellacci e Uccellini di Pier Paolo Pasolini.
Un grande contenitore dunque in cui si esplora come la creatività e l’immaginazione può trasformare radicalmente l’esistenza sia riguardo ai contesti urbani, sia a quelli suburbani e rurali. Attraverso una costellazione di mostre, installazioni su vasta scala, e programmi di eventi, la Biennale invita il pubblico a entrare in contatto con l’architettura e a pensarla in modi nuovi e inaspettati, partecipando attivamente a una discussione globale sul futuro dell’ambiente costruito.