Una passeggiata a Ginevra nella grande piazza del Plainpalais, magari di sabato mattina durante il curioso mercato delle cose vecchie, potrebbe essere una buona idea per scoprire le due installazioni d’arte contemporanea piazzate sui tetti delle case, opere di Sislej Xhafa e Sylvie Fleury.
Sislej Xhafa ha realizzato due grandi occhi in neon che ci guardano dall’alto; l’opera realizzata nel 2009 si intitola Axis of Silence.

Xhafa nasce in Kosovo e, dopo aver vissuto per un periodo in Italia, si trasferisce negli Stati Uniti dove ora vive e lavora. Le sue opere sono molto spesso provocatorie e sovversive: lavora con la performance, con la scultura, con i video e con le installazioni. Un esempio delle sue provocazioni rimane, per noi italiani, la mostra 2705 baci, tenutasi in Svezia alla galleria Roda Sten di Gotenborg, dove ha presentato il busto – alto cinque metri e largo otto – di Silvio Berlusconi, nelle sembianze di una divinità dal corpo di sabbia.
La svizzera ginevrina Sylvie Fleury, invece, ha installato sui tetti una scritta a neon Oui a tout, Yes to all. Sì a tutto, sembra essere la risposta che ci diamo ogni giorno immersi nella superficiale società dei consumi. In quelle parole, riflettendoci, sembra essere nascosto il tarlo che ammala la nostra epoca.

I consumi, il desiderio di possesso e l’oggetto di lusso sono da sempre i temi preferiti dall’artista, fin dal 1992 quando si presentò per la prima volta al pubblico con l’installazione realizzata da una serie di Shopping bags di esclusive firme dell’abbigliamento e della cosmesi: oggetti del desiderio che presentò con il titolo Poison.
E così mentre due occhi ci guardano e alcune parole ci giudicano dai tetti del Plainpalais, possiamo scoprire un lato di questa città fuori dagli schemi e bello: il non aver paura di investire in un’arte nuova, capace di avvicinare ambiti diversi come quello sociale, economico e politico.
Buona visita a tutti!