Che felicità quando senti che un giornale straniero importante come il Financial Times parla bene del tuo paese.
Che felicità, ti si allarga il cuore e dentro di te pensi che c’è ancora speranza.
Questo è ciò che ho provato la scorsa domenica quando,dopo pranzo, ho letto l’articolo di Harry Eyres dal titolo: A passeggiata to Italy. Il giornale ha, per l’edizione di sabato e domenica, un supplemento che è un po’ come il domenicale del Sole 24 Ore: Eyres vi tiene una rubrica, the Slow Lane. Già questo nome, la corsia lenta, la dice lunga sull’impostazione dell’autore: vi parla di stili di comportamento e situazioni che privilegiano la qualità di ciò che viviamo piuttosto che la quantità o la velocità. E proprio per questo parla ogni tanto di Italia.
Questa volta lo fa in maniera davvero intelligente. Parte da una tradizione tipica della nostra provincia: la passeggiata in centro, nel tardo pomeriggio, ossia lo struscio (chi non lo conosce o non l’ha fatto almeno una volta?). Eyres nota come il rivestirsi e rendersi ben presentabili per passeggiare avanti e indietro sul Corso, in modo da vedere e farsi vedere, non sia una mera esibizione, ma un modo per mantenere legati i fili che costituiscono il nostro tessuto sociale. Lo definisce una sorta di antidoto all’atomizzazione della società di oggi. A un certo punto dice anche: “è qualcosa che abbiamo perso, nel nostro mondo (si riferisce a quello anglosassone) se mai lo abbiamo avuto”.
E’ così che finisce col legare la passeggiata a uno stile di vita desiderabile, bello, conscio dell’importanza del fattore sociale nella vita d ognuno di noi. E siccome siamo in Italia, fa seguire la passeggiata dall’aperitivo (e qui si stupisce di mangiare una serie di leccornie offerte liberamente sul banco del bar, mentre beve un bicchiere di buon vino). E chiude dicendo: a questo punto sono pronto per la solenne attività della cena.
Ah, l’Italia. Ancora maestra di stile di vita nelle piccole cose di ogni giorno, che sono il sale dell’esistenza, e così capace di rovinarsi l’immagine nel mondo a causa delle furberie meschine di pochi.
Ma verrà mai un periodo nel quale saremo rispettati a tutto tondo, per lo stile, per come ci comportiamo, per come siamo?
