Ciac! Si gira

smartphoneIl fatto è accaduto la settimana scorsa. Il pianista polacco Krystian Zimerman che stava suonando al Ruhr Piano Festival, durante l’esibizione battibecca con uno spettatore della balconata, poi si ferma, si alza e abbandona il palco, lasciando di stucco gli spettatori.

Cosa era accaduto? Lo spettatore lo stava riprendendo con uno smartphone, tanto che  pochi minuti dopo l’eclatante gesto dell’artista, tutto ciò che l’invadente spettatore aveva registrato era già stato postato su internet!

Questo episodio fa parte di un capitolo dell’era tecnologica che si rivela un vero e proprio problema. Infatti non si tratta di essere semplicemente dipendenti dal click attraverso lo smartphone, la tecnologia ci tende una trappola reale, minacciando i nostri ricordi falsandoli e restituendoceli confezionati e impacchettati per poter stupire gli altri piuttosto che noi stessi.

Guardare il mondo attraverso un obiettivo è infatti il modo giusto per conoscerlo? Registrare un concerto, oltre ad essere legalmente poco corretto (questione di diritti intellettuali e di immagine) può restituirci l’emozione di un momento?

Dopo il gesto di Zimerman si è scatenato il dibattito proprio sul web.

Un blogger della CNN, esperto fotografo, aveva sollevato il problema già qualche anno fa e si era spinto ad affermare che la fotografia “facile” e la possibilità di connettersi a Internet in qualsiasi parte del mondo aveva rovinato il senso di mistero proprio del viaggio. Il viaggiatore infatti non si ferma più a chiedere e a conoscere la gente reale, ma si connette anche per sapere qual è il migliore ristorante nei paraggi e la lista è lunga quanto impersonale.

Un tempo fotografare (non parliamo di riprendere) richiedeva tempo e impegno, oggi fotografiamo anche le pietanze che ci arrivano al ristorante, come i tramonti, i sorrisi dei bambini, le catastrofi naturali ecc ecc ecc.

Affidando allo smartphone i nostri ricordi (cancellare le immagini “brutte” è altrettanto semplice che conservare quello che ci piace) non finiremo per avere ricordi di “plastica” confezionati e infiocchettati, pronti ad essere mostrati come trofei posticci?

Pubblicato da italianintransito

Storica per amore dei fatti, accanita lettrice per passione, scrittrice a tempo perso. Il blog è una finestra sul mondo, un modo per far sentire la propria voce da un luogo non lontano geograficamente, ma distante anni luce dal mio passato. Condivido ciò che scopro e ciò che so cercando di non perdere mai l'entusiasmo per quello che vedo.

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