
Quando l’arte mi sorprende e mi viene incontro, si insinua nella mia vita di corsa, ne resto incantata come fosse una magia.
Non parlo di quando la cerchi a teatro o nel museo; ma di quando te la ritrovi tra i piedi come un’apparizione e sembra che ti dica: “Ehi lo sai perché sei al mondo? Ascoltati un po”. Ebbene, ho avuto due di queste apparizioni ieri a Ginevra. La prima nei pressi di Rond Point vicino a Plainpalais, dove delle voci ti assalgono e scopri che provengono da una vecchia biglietteria o sala d’aspetto degli autobus. Lì dentro c’è, fino al 6 luglio, il video di una perfomance di Marina Abramovic. L’opera è del 1978 e fu eseguita da Abramovic assieme al suo compagno di allora, l’ artista Ulay. Nella performance i due sono uno di fronte all’altro, di profilo, e si ripetono addosso, all’unisono, una frase composta solo dalla vocale A: AAA-AAA . Questa performance è di una intensità estrema: ti sembra di vivere lo sforzo dei due, che ripetono fino allo sfinimento questa strana frase, avvcinandosi sempre più, fino a toccarsi. Dopo un po’, le voci, il ritmo della respirazione, non riescono più ad andare assieme e si percepisce che la tensione per lo sforzo ha procurato anche dolore. L’opera è stata definita una storia d’amore tra due amanti e si deve all’idea straordianaria di Zabriskiepoint gallery (www.zabriskiepoint.ch) a Ginevra se può essere condivisa da tutti i passanti ( di questo spazio ne avevamo già parlato un’altra volta il 21 novembre scorso).
Dopo questo intervallo magico, che mi ha portato a risvegliare un sacco di sentimenti e di sensi ormai intorpiditi, mi sono diretta alla stazione e con altrettanto stupore mi sono accorta che in tutta la città sono stati lasciati dei pianoforti. Invitano i passanti a suonare. Si avete capito bene: a suonare, sul marciapiede, in mezzo al traffico, mentre le persone camminano. Ho poi scoperto che anche questa magia era fatta da un artista, Luke Jerram per stimolare le persone a fermarsi e suonare. Questo progetto è nato nel 2008 ed è stato proposto in tante città d’Europa. L’anno scorso era venuto a Ginevra e siccome era piaciuto molto era poi, dopo che era stato smantellato e preparato per tornare da dove era arrivato, stato richiesto indietro da tante persone. Sempre sul sito ho poi letto che questi pianoforti, quando l’esposizione a Ginevra sarà terminata, verrano donati a delle istituzioni che continueranno a farli vivere. Andate anche voi a guardare su www.streetpianos.com
Tutte queste apparizioni mi hanno fatto pensare che se l’arte è così ben accolta in città questo aiuta anche me a farmi sentire un po’ più ginevrina.