Questa chiacchiera di oggi è partita da una riflessione: è nato in Italia il “governo del fare”; non posso conoscerne i risultati ma la frase è ad affetto e suona bene. A me piacerebbe inculcare nei miei figli la gioia quotidiana del fare. Mi spiego meglio, credo nella necessità di far ritrovare ai giovani quanto sia bello orientare le nostre energie e le nostre azioni per fare qualcosa di concreto. Non so se vi sembrerò esagerata, ma nelle case di oggi mi sembra che ci sia sempre un mostro in agguato: quello del diritto a dormire. Ieri il mio vicino mi parlava a voce bassa perché, anche se erano le undici del mattino, lui mi diceva che i suoi figli stavano dormendo e che – orrore – aveva paura di svegliarli. Ma quanto tempo rimane per fare, ai nostri giovani? E, se vogliamo, nell’ambito del fare, quanto tempo rimane per dedicarsi agli altri, a chi è meno fortunato? Il mostro del “diritto di riposo” è il miglior amico del disinteresse e allontana la costruzione di relazioni.
Oggi leggevo un bell’articolo di Tiziana Bonora sul dilemma essere o apparire? ( l’articolo si intitolava proprio così Essere o Apparire? Belli dentro e fuori. La bellezza delle relazioni, in Dialogo, n.100 2013) E leggevo “Non c’è nulla che ci formi come le relazioni, che ci riveli, che ci faccia conoscere e prendere coscienza di noi stessi”.
Dunque, in questa atmosfera di vacanze prossime venture forse non dovremmo proprio dimenticarci di fare qualcosa per stabilire relazioni e arricchirci.