Nel 2012 è uscito un libro intitolato Global Weirdness in cui scienziati e meteorologi di tutto il mondo hanno cercato di rispondere alla domanda se il surriscaldamento globale del pianeta è la causa di eventi meteorologici estremi. A questa domanda non esiste risposta purtroppo poiché le conclusioni si basano su osservazione e statistica entrambe troppo giovani per poter offrire un quadro della situazione esauriente. La cosa sicura è che il riscaldamento globale amplifica di sicuro i fattori di rischio.
Quello che è assolutamente certo, infatti, è che in un mondo più caldo (che la colpa sia nostra oppure dei trend geologici) si accumula nell’atmosfera una maggiore quantità di vapore acqueo, a causa della maggiore evaporazione dell’acqua degli oceani e dei ghiacciai, che costituisce un enorma riserva stipata negli strati più alti, è chiaro che in un modo o in un altro questa massa dovrà ritornare a terra. Ma ciò non è abbastanza per spiegare l’aumento delle piogge torrenziali, dei tornado, delle tempeste di acqua e grandine e al contrario delle ondate di calore eccessivo e di siccità che colpiscono la terra.
Nel nostro piccolo abbiamo assistito ieri in prima persona ad un evento climatico assolutamente eccezionale: un temporale tanto violento quanto repentino che ha causato severi danni ad infrastrutture, agricoltura ed abitazioni, di fronte al quale tutti ci siamo trovati impreparati. Piogge torrenziali, accompagnate da grandine grande quanto palline da golf e soprattuto folate di vento a 130/150 Km all’ora. Ma per la statistica questo è solo un evento e nulla significa per la comprensione dei nessi di cui sopra.
A noi, oltre ai danni, resta una certa inquietudine. Infatti abbiamo assistito ieri ad uno spettacolo terrificante di come la terra se vuole può annullarci in pochi attimi. Trovarsi in balia degli elementi ti fa riconsiderare la nostra estrema fragilità a dispetto di tutte le sicurezze dietro le quali ci nascondiamo.
Se la colpa è veramente nostra non basta comunque fare mea culpa e non pensarci più, non si può tornare indietro, è necessario ritrovare un equilibrio fra noi e il nostro pianeta (forse la strada passa attraverso l’educazione delle nuove generazioni, infatti, per noi inquinatori seriali non c’è più niente da fare) e imparare a convivere con un clima impazzito e indomabile.