Molto spesso la televisione ci offre dibattiti e scontri politici. Sono diventati così frequenti sullo schermo che sembrano diventati veri e propri spettacoli, più che modelli di informazione e approfondimento.
Gli scontri verbali pubblici, i battibecchi, non mancano mai assieme a colpi di scena per lo più squallidi.
La cosa che più mi ha fatto riflettere è come vengono percepiti da chi li guarda da casa. Vi faccio un esempio: l’ultimo scontro tra Travaglio e la signora Santanchè. Parlando con diverse persone, che lo avevano visto, mi sono resa conto che il risultato era letto in modo completamente diverso a seconda dell’appartenenza politica.
Non erano i contenuti che determinavano chi avesse torto o ragione, ma gli aspetti visivi dello scontro.
La facciata era piu’ importante dei contenuti, l’impostazione della voce più incisiva delle parole, le offese più degne di attenzione dei fatti infine la mimica facciale (il risolino dei due era sempre presente come segno di sfida) più determinante del loro pensiero.
Questi dibattiti non cambiano niente.
Mi domando: a chi servono veramente?
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