Mi sarebbe piaciuto oggi parlare di un argomento suggeritomi dalla vita quotidiana, cioè dell’importanza che dovrebbe avere la funzionalità rispetto alla forma in ogni produzione umana, ma soprattutto nel design. L’idea è scaturita alle 4 del mattino quando in preda alla sete mi sono quasi accecata cercando di bere al rubinetto del bagno. La domanda infatti è: fino a dove ci si può spingere nel prediligere la forma alla funzionalità.

La mia ricerca si è dunque focalizzata soprattutto sugli oggetti di uso quotidiano e guardando in giro per casa con occhio nuovo e un po’ cinico ho scoperto un mondo di accessori belli ma decisamente “disfunzionali”: dal suddetto rubinetto, alla caffettiera che fa cadere il caffè quando lo versi al tavolinetto basso che ti uccide le cavigle ogni volta che ti ci avvicini.
Accingendomi a scrivere ero sicura che continuando la mia ricerca avrei trovato fior fiore di teorie e teorici che avrebbero aderito all’una o all’altra possibilità. Poi mi sono incastrata in un sito che ha rapito completamente la mia attenzione e la ricerca seria è andata a farsi benedire.



Ho scoperto del tutto inaspettatamente Jacques Carelman un artsita visionario nato a Marsiglia nel 1929 e morto ad Argenteuil nel 2012. Jaques è abbastanza famoso per aver disegnato a fumetti l’opera di Queneau Zazie nel metro, per aver realizzato un poster sul Maggio del 68 in Francia e soprattutto per aver pubblicato nel 1969 un Catalogue d’objets introuvables, che voleva essere la presa in giro dei giornali di vendita per corrispondenza francesi. Carelman non risparmia niente e si va dalla cafettiera per masochisti, alla macchina per mettere i puntini sulle i. al tandem a visione totale, alla scopa per scale.

Artista visionario fu alla ricerca della funzionalità estrema o della perfetta inutilità? A voi la risposta nella speranza che tali invenzioni (che per altro sono state realizzate e messe in vendita su un sito americano) vi possano strappare un sorriso!