La risata come valore di sopravvivenza. È questo che afferma una studiosa della Clemenson University del Sud Carolina, Julia Wilkins, in un suo saggio recentemente apparso. La risata serve, infatti, a preservare e rinforzare molte funzioni e atteggiamenti umani: serve ad unire, a pacificare, a stare meglio in salute. Tutto ciò è stato ampiamente dimostrato da studi condotti su carcerati e malati gravi.
Differenti aspetti dell’umorismo quali la capacità di cambiare le negatività in positività, l’essere ottimisti e avere speranza nella vita sono tutte strategie che aiutano ad andare avanti e i benefici della sola risata si riflettono non solo sulla psiche, ma anche sul fisico apportando una sensibile diminuzione del dolore. È chiaro che esiste una spiegazione scientifica a tutto ciò, vale a dire l’aumento, attraverso, la risata dei livelli di serotonina con un evidente beneficio sul “mood” . Insomma, in fondo, questioni di chimica.
Esistono tre grandi teorie per spiegare da dove nasce la risata. A grandi linee la prima viene chiamata “teoria del sollievo”, cioè quando una persona scoppia a ridere perché si è allentata una tensione interiore o esteriore. La seconda è la “teoria dell’incongruenza”, cioè si ride quando ci si sorprende o quando le situazioni deviano da un modello accettato. Questo tipo di risata presuppone conoscenza, poiché per comprendere le differenze è necessario che si conoscano gli schemi tipici della realtà, è una risata che scaturisce dalla deviazione dall’ordine naturale delle cose. La “teoria della superiorità”, infine, è quella teoria secondo la quale ridere degli errori altrui rinforza l’unità fra i membri di un gruppo, con ciò si mantiene l’ordine sociale attraverso una risata piuttosto che attraverso l’aggressività.
Dunque che dire? In vista di un ennesimo week end glaciale avvolti, qui da noi, in uno strato di nebbia impenetrabile, non ci resta che ridere!!!