Eccoci a scegliere il calendario per l’anno prossimo.
Il calendario ha un’origine molto antica, il nome risale all’epoca dell’impero romano e deriva da calendarium, un registro dove si elencavano i crediti e gli interessi che si esigevano il primo giorno di ogni mese, chiamato appunto Kalendae.
Queste notizie e molto altro si possono trovare nel calendario che ogni anno mi porto dietro dalla Toscana, Il Sesto Cajo Baccelli, un libriccino che negli anni non ha mai cambiato forma e colore: si tiene in una mano e ha la copertina di colore celeste pallido, con sopra stampato un disegno raffigurante un focolare domestico del mondo rurale di una volta. Sul retro, in grande, si legge: “Illustrato, di pagine 100 compresa la coperta”. È una tradizione della tradizione, nel sottotitolo si legge Guida dell’agricoltore, lunario per l’anno. Il Sesto Cajo Baccelli ricorda le nonne toscane. La prima volta fu stampato nel 1930 e i suoi appassionati sanno che vi si trova il sapore di un mondo contadino e di vita semplice che la nostra generazione non ha conosciuto se non attraverso i racconti dei nonni o dei genitori.
Ogni mese ha il suo proverbio come “dicembre piglia e non rende!”. Sfogliando le pagine si ritrova anche un po’ di buonumore, assieme ai nomi dei santi del giorno e a mille notizie utili ogni mese per coltivare fiori e ortaggi. Una parte infine è dedicata a fiere, sagre e mercati.
A quelle fiere so già che, con molta probabilità, non andrò e di ortaggi ne coltivo pochi, ma sono certa che mi sarà prezioso per ricordare il giorno più breve dell’anno, per conoscere in quale giorno si celebra la tal festa o si ricorda quel compleanno illustre. Infine, con l’andamento della luna, saprò quando potrò andare a tagliarmi i capelli o muovermi di notte tranquilla perché il cammino sarà rischiarato dalla mite Selene.