Christian Bale nel 2004 aveva interpretato L’uomo senza sonno, la storia di un operaio che per uno shock non dormiva da un anno, un film drammatico e senza speranza. Ultimamente sono stati sottolineati i benefici di un’ora in più di sonno al giorno, e qualcuno ha calcolato le ore di sonno di Napoleone (…pochine in realtà, egli stesso affermava che al vero uomo potessero bastare quattro ore di riposo a notte, forse era proprio di notte che gli veniva voglia di nuove campagne militari) rispetto a quelle dell’eccelso Leonardo da vinci, che, beato lui, riusciva a fare dieci ore filate di sonno svegliandosi il giorno successivo e inventando gli elicotteri…
Pare addirittura che dormire poco influisca sul metabolismo degli zuccheri e che addirittura faccia ingrassare (potete capire quanto potenzialmente catastrofica sia questa affermazione!).
Dunque se non dormi ti ammali (addirittura si può arrivare a sviluppare un cancro), ma se proprio non ci riesci a chi devi rivolgerti ?
Per un beneficio immediato e a basso costo naturalmente ci sono i famosi sonniferi, la cui efficacia decade già a partire dalla seconda settimana di uso, lasciando strascichi clinici di notevole entità.
Negli Stati Uniti, paese nel quale più del 20% della popolazione soffre di disturbi del sonno, sta prendendo piede il Trattamento Cognitivo-Comportamentale dell’insonnia, che prevede l’applicazione della terapia cognitiva per la risoluzione dei disturbi del sonno.
In poche parole (anche se non bastano) questa terapia si basa sulla conoscenza dei meccanismi del sonno e la risoluzione mediante la fusione di diverse tecniche quali : la tecnica di controllo degli stimoli (TCS), la tecnica di restrizione del sonno (TRS) o la tecnica dell’igiene del sonno; il rilassamento e la foto terapia.
Infine due « comandamenti » fondamentali che sono alla base della terapia e che sono contenuti in un libro che potrebbe essere di grande aiuto agli addetti ai lavori: Il trattamento cognitivo-comportamentale dell’insonnia. Linee guida per la pratica clinica, di Michael Perlis , Carla Jungquist , Michael T. Smith , Donn Posner , Laura Palagini , L. Bontempelli , Angelo Gemignani , Mario Guazzelli
1 – Non rimanere a letto se si è svegli da più di 15 minuti
2 – Non cercare di compensare una notte insonne andando a letto presto, rimanendo a letto effettuando pisolini
E comunque ricordate: “Se non è stasera, sarà domani sera”, “Se stanotte non dormo bene, domani dormirò meglio”
Davvero utili “indirizzi” , grazie.
Capita , per motivi di vario tipo , di innescare questo comportamento anti-sonno. Poi , anche quando i validi motivi scompaiono , permane la sindrome e ti rovina la vita….
Leggero’ tutto, credo!
Già in effetti di notte arrivano “i pensieri”, che è il modo di chiamare tutte le ansie e le preoccupazioni che accumuliamo durante il giorno. Mi chiedo se sia vero che praticando una sana “igiene del sonno” (preparazione, relax, luci e suoni rarefatti) si possa recuperare il gusto di dormire. Questa terapia comportamentale deve proprio aiutare in qualche modo se è vero che, al contrario, quando i miei bambini erano piccoli, ero arrivata al punto di non riuscire a prendere sonno se non mi mettevo in un posizione scomoda (hai presente quando le creature si presentano in due o tre ai piedi del lettone in piena notte…)!
Eccome , se ho presente!