Nel grande Musée d’art et histoire di Ginevra, uno dei maggiori contenitori di cultura della città elvetica fino dalla sua nascita agli inizi del Novecento, ricco oltre mezzo milione di opere, con frequenza le sale al pian terreno – disposte sulla destra dell’atrio d’entrata – vengono impegnate in mostre temporanee relative ad un qualche filone storico, archeologico, artistico. Quest’anno ( dal gennaio all’ aprile) è aperta un’ esposizione dal titolo appena riassuntivo di Corps et Esprits (visitabile fino al 27 aprile) ma dal contenuto ben più intrigante perché mette al confronto i modi di rappresentazione della figura umana ( dai suoi lineamenti, agli atteggiamenti, alla composizione dei corpi, agli abbigliamenti, alle pettinature e cosmesi), nelle più antiche e note civiltà dell’ antico Mediterraneo: quelle medio orientali, egizie, greche ed infine romane.
Si scorrono le sale soffermandosi davanti alle teche: e vediamo per prime le statuette ( di incredibile modernità, sembrano uscite dall’ atelier di Picasso) della misteriosa civiltà cicladica; poi apprezziamo l’aspetto di un dignitario assiro che sembra uscito dallo Stendardo di Ur, con la sua testa rasata, l’atteggiamento composto, il gonnellino (in realtà un gonnellone) formato da fiocchi di tessuto ; di seguito ci guardano impassibili le maschere funerarie egizie e di contro vediamo le vivaci rappresentazioni delle attività che all’ombra del faraone si svolgevano; e ci incantiamo davanti alle splendide statue greche di Afrodite e a quelle dei corpi umani nel graduale passaggio – come i critici d’arte hanno scritto – “ dal mito al logos”; vediamo anche le signore romane con le loro elaborate pettinature ed i ricchi sarcofagi del tardo impero.
Infine usciamo all’aperto, e – di là dalla strada , su una verde collinetta – abbiamo di fronte l’opera di Henry Moore, una sua figura reclinata la cui modernità sembra aver assorbito e riproposto precendenti e storici modelli. Anche noi abbiamo fatto il nostre viaggio nell’ arte figurativa.