Le elezioni europee stanno arrivando e noi cogliamo l’occasione per raccontare una specie di favola, che speriamo molti italianintransito troveranno interessante.
C’era una volta un omino, al quale fin da bambino avevano insegnato che votare non è un dovere, ma è un diritto. Finché era rimasto nel suo paese, da bravo cittadino, ad ogni elezione, si era recato alle urne per esprimere la propria preferenza. Un giorno l’omino, che nel suo paese non riusciva più a trovare lavoro, si vide costretto a lasciarsi alle spalle la casa, la famiglia, gli amici e quant’altro per cercare fortuna in un paese lontano lontano, al di là delle montagne e dei mari, in un luogo dove, se a casa sua era giorno, lì era notte e viceversa… Con questo l’omino non aveva certo rinunciato ai diritti che aveva nel suo paese di origine, ma non pensava che poterli esercitare richiedesse una grande fatica e un grande esborso di denaro. Infatti il poverino viveva così lontano, che doveva attraversare talmente tanti posti pericolosi e infestati da bestie feroci per poter ritornare a casa ad esercitare il proprio diritto di voto che, sconfortato, decise di lasciar perdere e di non esprimere la sua preferenza. Come lui milioni di altri omini in mille altri punti del mondo avevano, loro malgrado, preso la stessa decisione…
E questa è la verità, se infatti alle elezioni politiche coloro che risiedono all’estero, in un paese fuori dalla Comunità Europea, hanno la possibilità di votare inviando per lettera la propria scheda ai consolati, che provvedono poi a notificarla in patria, sappiate che, per le elezioni europee, questa possibilità non è contemplata: o si vota a casa, nel comune in cui si compare iscritti nelle liste elettorali, o niente da fare. Ciò significa che milioni di voti verranno “sprecati”, senza appello. Come si può pensare infatti che tutti i residenti in paesi extracomunitari abbiano la possibilità, economica o di tempo, di tornare in patria a votare? Non c’è stata la volontà di trovare una soluzione, che pure è stata prevista negli altri Stati della Comunità. Insomma, lontano dagli occhi lontano dal cuore!
Forse sono fuori dal coro, ma io ci credo nell’idea di Europa unita, trovo sia l’unico modo per uscire dal pantano in cui ci troviamo, è antistorico pensare il contrario. Io ci credo in quello che, per primi, avevano immaginato De Gasperi, Schuman e Adenauer, e veramente trovo che il non poter far sentire la mia voce, per quanto sottile, il non poter esprimere la mia preferenza su coloro che andranno a rappresentarmi, leda grandemente i miei diritti di cittadino italiano. Bisognerebbe correggere questa evidente mancanza, in modo che i cittadini residenti all’estero, fuori dall’Europa, non debbano sentirsi cittadini di serie B, come se la nostra voce non contasse… Ma tant’è!
Evviva l’Italia!
Mi piace e condivido.
Mi piace tanto anche la scultura sotto il titolo: non mi ricordo più di chi e’ e cosa ci voleva dire l’autore.
Poi ognuno di noi può interpretare come vuole , e’ vero…..
L’artista è un ex marinaio nato in Marocco e residente in Francia: Bruno Catalano. Ti posto un commento di Anne Maitre trovato sul suo sito ufficiale: “Homme défragmenté, déstabilisé, dépouillé de ses repères, il marche vers son salut autant que vers sa perte. Tout sera désormais a réinventer. Ce voyageur s’échappe de lui même, à la rencontre de sa terre inconnue”.
Grazie infinite!