
Scherzetto o dolcetto?
Caro sindaco di Pomezia, le scrivo sulla scelta di offrire due menu diversi alla mensa scolastica; uno più caro e completo e uno meno costoso e più modesto per chi non si può permettere il primo. Le scrivo per fornirle una testimonianza. All’estero, dove vivo, nella nostra scuola hanno scelto così: la mensa è costosa e offre solo una scelta. Chi non desidera la mensa può portarsi il pranzo da casa. Ho avuto anche la fortuna di lavorare per un po’ con i bambini delle elementari nelle ore dei pasti e le posso assicurare che questa scelta non porta a nessuna forma di discriminazione: ho visto guardare con gran desiderio il dolcetto portato da casa, da parte di bambini della mensa, ma anche il bambino col pranzo da casa che osservava qualcosa nel piatto dell’amico servito dalla mensa. Creda, in nessun modo posso immaginare due menu a prezzi diversi e se proprio si deve trovare una soluzione il dolcetto lo pagherà doppio chi lo potrà fare.
E’ quello che si faceva nella mia scuola ( molti anni fa) e che , più o meno , soddisfaceva tutti.
Grazie per aver sollevato il problema
in verità ci ho pensato un bel po’ prima di scrivere, la questione è seria qui in Svizzera il pic nic funziona bene ma è anche vero che un pasto equilibrato della scuola va a parare alcune lacune alimentari nelle famiglie.
Non so la questione non è facile certamente la soluzione di due menù diversi mi sembra la scelta meno azzeccata.