Finita la pausa estiva – un po’ di vacanze, un po’ di lavoro diverso dal solito – i ritmi cambiano e quando ti guardi indietro le ore passate sembrano essere trascorse in modo diverso. Quest’anno questa parentesi per me ha il suono di una parola: VIAGGIO.
Questo perchè mi sono capitati davanti agli occhi:
– Un libro ricevuto in dono
– Un’opera d’arte
Il libro è Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella. Narra il viaggio di Samia, una ragazza somala che, credendo nella forza delle sue capacità, è decisa a tutto pur di poter correre da atleta. Ho seguito il suo viaggio trionfale alle Olimpiadi di Pechino e poi quello terrificante, come emigrante partita dall’Etiopia, compiuto per andare in Sudan e raggiungere, attraverso il Sahara, la Libia. Un viaggio in cui la speranza si intreccia ogni momento con l’orrore e con presagi di morte. L’ultimo tratto in mare dalla Libia verso l’Italia è quello in cui l’agognata desiderio di essere libera di correre e di allenarsi annegherà con lei, proprio in quel Mediterraneo che avevo davanti agli occhi mentre leggevo il libro.
L’opera d’arte invece era collocata nel giardino del Museo Bizantino di Atene ed è un lavoro dell’artista greco Kalliopi Lemos dal titolo Pledges.

Si compone di una vecchia barca abbandonata utilizzata come traghetto dei migranti e ora ricoperta di 10 mila piccoli fogli di lamiera. Ogni foglietto è un ex voto, porta un nome, la data e il luogo raggiunto dall’emigrante che ha avuto il coraggio e soprattutto la “fortuna “ di attraversare il mare per venire da noi. I biglietti di lamiera brillano nel giardino assolato di Atene e rendono la barca leggera come fosse uno spettro.
Due viaggi diversi che mi hanno portato in un’unica convinzione: lottiamo senza indugio per la libertà e la dignità di ogni essere umano.
Bentornate,vi si aspettava.
Bel post! Auguri ( a me) per un altro anno insieme!
grazie, siamo ben contente di ritrovarti con noi