Ieri, il 30 ottobre 1821 nasceva a mosca Fëdor Michajlovic Dostoevskij . Pietra miliare della letteratura occidentale, oggi Dostoevskij non è più di “moda” (e per questo vorrei dedicargli la cartolina di questa settimana), non viene più letto con piacere, soprattutto dalle nuove generazioni che, erroneamente, si considerano lontane anni luce da lui. Erroneamente ho detto perché i protagonisti dei suoi romanzi imprevedibili e maniacali, mossi dal desiderio di redenzione e assetati di vita sono quasi tutti giovani. “Vite di giovani che si perdono per folli sogni di giustizia, per improvvisi e violenti gesti di santità, per fascinazioni ideologiche, per semplice autodistruzione vista come una febbricitante, esaltata redenzione… È come se una linea divisoria si fosse scavata tra una gioventù che cavalcò i secoli sul filo degli ideali, una gioventù gettata prevalentemente sul parapetto del futuro… nutrita di sacri fuochi, talvolta colorati di politica, spesso utopici, sempre carichi di sogni; e una gioventù perlopiù placata, impegnata a immaginare il futuro in termini di programmazione, amministrazione, pianificazione” (Luca Doninelli, Introduzione, in Romanzi di Dostoevskij, vol. I, Milano 2005). Il mio augurio è che oggi si ricomincino ad apprezzare gli eroi (e gli antieroi) nati dalla penna di Dostoevskij, che si ricomincino a leggere e ad apprezzare i suoi romanzi senza dubbio capaci di dare una scossa a tutti coloro in debito di ossigeno vitale. Che quella letteratura che è stata alla base del pensiero filosofico, religioso, culturale dell’Occidente non venga dimenticata e disprezzata, ma che continui ad essere maestra di vita e di pensiero.
Una bella scossa per invogliarci a (ri)leggere Dostoevskij!
Grazie come sempre