Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Alt al virus sempre più dilagante dell’uso di appellativi affettuosi, tirati a caso come frecce impazzitte. Ormai i casi attorno a me si moltiplicano e arriveranno a uccidermi.

L’appellativo più ricorrente è “CIAO BELLA”, e ogni volta che mi chiamano così, penso: “bella a chi? A me? E perché?”. La persona che si esprime così lo dice a tutti e non ricorda neanche più perché lo fa. Al secondo posto nella classifica troviamo TESORO e lì davvero la cosa si fa più seria. Tesoro mi chiamava mia madre e ricordo troppo bene la profondità e il senso di quella parola: come posso sentirla ora biascicata con tono apatico da una conoscente, con la quale faccio fatica a comunicare qualsiasi cosa si avvicini al sentimento. E così potrei continuare con GIOIA oppure mille altri appellativi affettuosi, ormai divenuti repertori inflazionati e di poco conto.

Eppure, ne sono certa, queste espressioni non sono “farina del nostro sacco”: mica si usavano in passato; sono figlie della soap opera e della televisione. E se guardo oltre all’Italia, per la mia amica americana non sono da tempo più Stefania ma sempre e solo HONEY.

Sono, appunto, appiccicose come il miele queste parole e vengono usate come fossimo parte di un grande salotto televisivo, dove tutti sorridono e ammicano. Se ancora non ti sei assuefatto e mantieni intatto il tuo brutto carattere, rischi di rimanerci secco.

Pubblicato da italianintransito

Storica per amore dei fatti, accanita lettrice per passione, scrittrice a tempo perso. Il blog è una finestra sul mondo, un modo per far sentire la propria voce da un luogo non lontano geograficamente, ma distante anni luce dal mio passato. Condivido ciò che scopro e ciò che so cercando di non perdere mai l'entusiasmo per quello che vedo.

5 pensieri riguardo “Chiacchiere del lunedì

  1. Sono d’accordo , in linea di massima ,ma ci credi se ti dico che le uso anch’io , quando le “penso” davvero?
    Non “Honey” ma “Miele” , con una mia nipote carissima , per esempio!

    Pero’ capisco benissimo quello che hai voluto dirci tu , lotta allo stereotipo di moda e agli atteggiamenti precotti…
    Ciao, senza appellativi.
    ( anche se un “carissima” mi sarebbe scappato volentieri…)

    1. Chiamare miele la propria nipotina mi semnra più che legittimo. Carissima quando inizio una lettera o un messaggio lo uso anch’io, ma è tutto il resto che non mi va giù-
      Buona settimana e un saluto sincero

  2. pensa tu la comodità di chiamare amore o tesoro sia la moglie che le amanti.
    caro ogni amico, e gioia ( impersonale) ogni bambino piccolo è un piccolo modo innocente per cercare di evitare gaffes per i più distratti.

  3. Carissima, hai proprio ragione. Ma a pensarci bene questi atteggiamenti sono figli dei nostri tempi di contatti superficiali tipo Facebook quindi evviva quelli che si parlano da vero “de visu”….

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