
Riprendendo un filone che abbiamo seguito la scorsa settimana oggi vorrei parlare di un’ altra scultrice, nata nella prima metà del XX secolo e riconoscibile in quel gruppo di donne che hanno sfidato con forza e con monumentalità il campo delle plastica. L’artista è l’americana Beverly Pepper. Nata a Brooklyn, ha studiato con Fernand Leger e André Lhote a Parigi. Da sempre legata alla cultura italiana, nel 1962 venne invitata dal critico Giovanni Carandente a lavorare nelle fabbriche dell’Italsider con gli scultori Alexander Calder e David Smith. Le opere realizzate in quell’occasione verranno esposte nel contesto urbano della città di Spoleto.
Dal 1951 vive a Todi.
A parte i suoi primi lavori in legno e cera, il suo materiale è il ferro e il suo laboratorio ideale è l’officina. In seguito, quando scopre l’effetto della ruggine, diviene una delle prime artiste ad usare il corten.

Le sue opere passano da essere totem di grandi dimensioni, che riecheggiano le forme di grandi utensili industriali a elementi che si inseriscono nel paesaggio e ne seguono le linee.
In questo momento il lavoro dell’artista è visibile a Roma nello spazio urbano attorno all’Ara Pacis: vi sono grandi forme concentriche in corten che vibrano nello spazio.

Sono forme ben salde e possenti , ma allo stesso tempo sono come tracciate con una mano su un foglio, restando quindi il frutto di un segno di pura energia vitale. L’effetto è messo tanto più in evidenza dal loro equilibrio instabile. Questa installazione presenta la dicotomia di esprimere un libero gesto formale ma allo stesso tempo di dar vita anche ai valori più alti della scultura. Anche per questo la sua modernità dialoga in modo autentico con l’opera architettonica di Richard Meier e con il grande monumento classico romano dell’Ara Pacis.

L’installazione sarà visibile fino al 15 marzo un occasione per conoscere come l’artista sia riuscita a fondere bene la cultura americana con il suo amore per l’arte e la vita italiana.
“Beverly Pepper all’Ara Pacis”, Museo dell’Ara Pacis, Roma 3 dicembre-15 marzo.
Catalogo della mostra ital-ingl, con scritti di Paolo Luccioni, Roberta Semeraro, Gianluca Marziali, Anna Imponente, edizioni Gli Ori.