Andar per gallerie // A walk through galleries

Simone Gori, Ego, 2015
Simone Gori, Ego, 2015

Chi ama l’arte contemporanea, i giovani artisti, gli eventi più nuovi e interessanti, non può fare a meno di frequentare il mondo delle gallerie. Ci sono gallerie di grido, che fanno tendenza, ci sono gallerie più paludate e rassicuranti, che hanno un occhio al passato recente, e quelle più spinte e coraggiose, cioè aperte ai giovanissimi. Ognuna ha un suo stile, tanto che si potrebbe dire: dimmi quale galleria d’arte frequenti e ti dirò chi sei.

Le gallerie che si occupano dei giovani artisti possono trasformarsi in una rivelazione. Da non perdere, ad esempio, la mostra Ego, del giovane artista Simone Gori, presso la Corte Arte Contemporanea di Firenze: si aprirà il 27 marzo prossimo. Sarei curiosa di visitarla perché, con uno spirito leggero, ironico e pungente, l’artista ha dichiarato di presentare un lavoro dedicato all’Ego degli artisti e a quello di tutti coloro che, grazie alla proliferazione dei social media, amano parlare molto di sé. In mostra si troverà una grande camera d’aria che, fuoriuscendo da un piccola scatola (il corpo), si espande gonfiandosi e quindi sottraendo spazio al pubblico, fino a quasi sospingerlo fuori la sala.

Questa occasione ci ricorda, ancora una volta,come le gallerie siano anche fonte di scoperte insolite e stimolanti.

E’ in una altra galleria, ad esempio, che ho conosciuto l’opera di Francoise Bertolini. La mostra si intitolava Vasi comunicanti e si teneva sempre a Firenze, alla Galleria di Antonio Lo Pinto. Artista, scultrice, pittrice, la svizzera Francoise Bertolini lavora da anni a Firenze. Possiamo definire il suo lavoro una rigenerazione di forme. L’artista infatti parte da oggetti trovati – spesso frammenti di oggetti rotti, come nel caso dei vasi presenti nella mostra di cui vi parlo – per intervenire su di essi con materiali diversi e trasformarli in qualcosa d’altro, portandoli a trovare un nuovo equilibrio e significato.

Francoise Bertolini
Francoise Bertolini

Le opere della mostra sono forme sospese – non rimane più niente della funzionalità originaria del vaso – ma evocano elementi organici, quasi fisiologici, che rimandano al corpo umano. Il critico Giuliano Serafini le ha definite “trasfusori di vita”. Facendo un grande salto, mi hanno portato alla mente i vasi comunicanti  delle due Fridas  dipinti dell’artista messicana Frida Kahlo. Non c’è dubbio: due artiste (Kahlo e la Bertolini) molto diverse tra loro, ma con sensibilità e impronte esistenziali affini.

English version

Those who love contemporary art, the youth, and most recent and stimulating events cannot help but go to art galleries. There are conservative galleries that are more reassuring and traditional in the art that they promote and, on the other hand, there are galleries that are innovative and more open to exploration; those are the ones that welcome the youth. Each one has a style, one could almost say: tell me which art gallery you go to and I will tell you what type of person you are.

One can find the art galleries display the work of young artists to be a revelation.  A must, for example, is the exhibition Ego, by the young artist Simone Gori, at La Corte Arte Contemporanea in Florence : the opening will be the 27th of March. Personally, I would love to go, because the artist explores in a light, ironic and stimulating way the ego of artists and of those who, through social media, are allowed to talk about themseves. The exhibition will consist of a small box (representing the human body) which contains an expanding air chamber that slowly eats away at the public space until observers are almost shoved out of the room.

It was in another gallery that I encountered Francoise Bertolini’s work. The exhibition, which was titled “Communicating vases” was held at Galleria di Antonio Lo Pinto. Francoise Bertolini, a swiss painter and sculptor, has been working in Florence for years now. Her work could be defined as a regeneration of shapes. The artist bases her work on materials she finds, usually parts of broken objects. The afore mentioned vases, for example, were built from said fragments. Bertolini uses different materials and transforms them into something else; her aim is to bring another meaning to the broken objects.

The art works in the exhibition were suspended- the functionality of the vases was completely gone- instead they evoked organic, almost physiological images that remind of the human body. The critic Giuliano Serafini defined them as ” trasfusori di vita” in english, transmitters of life. Francoise Bertolini’s communicating vases got me thinking of the mexican artist Frida Kahlo’s  painting of connecting vases. Some would see this as a far-fetched connection as the two  female artists (Kahlo and Bertolini) are very different, however, they share a sensitivity and an affinity in their existentislist imprints.

Pubblicato da italianintransito

Storica per amore dei fatti, accanita lettrice per passione, scrittrice a tempo perso. Il blog è una finestra sul mondo, un modo per far sentire la propria voce da un luogo non lontano geograficamente, ma distante anni luce dal mio passato. Condivido ciò che scopro e ciò che so cercando di non perdere mai l'entusiasmo per quello che vedo.

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