Ieri è stato il giorno programmato per l’arrivo nel futuro dei due protagonisti del secondo episodio della saga di Ritorno al futuro, il film diretto da Robert Zemeckis, che trent’anni fa ci tenne inchiodati alle poltrone dei cinema, i cui protagonisti erano Michael J. Fox, studente liceale, e Christopher Lloyd, detto Doc, una genio che era riuscito a costruire una macchina del tempo. La trilogia divenne in breve tempo un cult.
Il futuro che ci presentava il film aveva catturato l’immaginazione di milioni di spettatori e alcune delle trovate erano effettivamente premonitrici, se si eccettuano le auto volanti, gli hoverboards (gli skateboards senza ruote usati dal protagonista) e gli abiti che si auto aggiustavano a seconda della taglia di chi li portava.
L’utilizzo dei robots per portare il cane a spasso era un po’ sovradimensionato nel futuro immaginato dagli autori, ma indubbiamente ci stiamo avvicinando all’utilizzo massiccio dei droni. La biometria con la scansione della retina e delle impronte digitali per il riconoscimento delle persone è ormai una realtà. Perfino gli occhiali indossati dal protagonista assomigliano in modo impressionante a quelli inventati da Google e, sebbene di Internet non ci sia traccia, gli autori proposero la video chiamata.
Una menzione speciale la dobbiamo alla “macchina del tempo” che i protagonisti utilizzavano per “tornare” al futuro. Venne scelta una DeLorean, che non era un’auto molto nota, ma che godeva di un design inconfondibile che poteva essere facilmente associato al film, con le portiere futuribili che si aprivano come delle ali.
Insomma i protagonisti si ritrovano a vivere un’avventura in un credibile, a noi del futuro invece non è ancora data la possibilità di scorrazzare avanti e indietro nel tempo!